A Roma una
risoluzione della
Camera vuole la religione
a coronamento
dell'istruzione
E pensare che
era scesa direttamente in
campo la prima donna
tedesca, la cancelliera
Angela Merkel per appoggiare
i vescovi e la voglia di
religione obbligatoria a
scuola. E una campagna forte
aveva chiamato i berlinesi
alle urne. In nome della
libertà di religione. Per
far rientrare
nell'ordinamento scolastico
l'insegnamento della
religione. Attualmente
attività facoltativa
extrascolastica alle
superiori.
Dal 2006 gli
studenti seguono infatti
l'ora settimanale di 'Etica',
che ha rimpiazzato nel
curriculum l'ora di
religione.
Ma visto che
la religione fuori orario
scolastico è seguita da
pochi (uno scarso 30%), la
rete delle parrocchie è
scesa i campo. Ha chiesto ed
ottenuto un referendum 'Pro
Reli' (per
la Religione).
I militanti
non si sono certo
risparmiati. Berlino è stata
tappezzata di manifesti. Il
bene da una parte: «per la
libertà di fede». Il male
dall'altra: «il materialismo
imposto dalle sinistre». In
mezzo i berlinesi. Calmi e
razionali, però, al
referendum 'Pro Reli'
di domenica 26 aprile hanno
deciso di lasciare le cose
come stanno. Moltissimi
hanno disertato le urne,
impedendo il raggiungimento
del quorum richiesto. E dei
votanti - 710 mila contro i
2, 4 milioni degli aventi
diritto - soltanto il 13,7%
hanno detto sì al ripristino
della religione cattolica in
orario curricolare.
Non è la
libertà di religione ad
essere stata messa in
discussione, come i Pro-Reli
affermavano, ma il fatto che
lo Stato non è propulsore di
religioni. Questa la
risposta dei Berlinesi.
Il quotidiano
Taz di lunedì 27
titolava: "Incredibile
batosta per Dio".
"E' un chiaro
voto per la legislazione
attuale e conferma il valore
d'insegnamento dell'etica",
ha detto il Sindaco di
Berlino, Klaus Wowereit (Spd= socialdemocrazia tedesca).
Ovviamente
deluso Christoph Lehmann,
presidente dei comitati "pro-Reli".
E mons. Robert Zollitsch,
presidente della Conferenza
episcopale tedesca (Dbk), ha
parlato di "Un esito
doloroso della votazione�,
sottolineando però: "Mai
prima d'ora la fede e la
religione erano state così
presenti. La coesistenza di
cristiani, ebrei e musulmani
ha attratto l'attenzione di
tutto il Paese, dimostrando
che la comprensione
reciproca e l'azione
politica comune sono
possibili". Insomma,
credenti di tutto il mondo
unitevi!
E in
Italia, intanto, non mancano
i nostalgici della religione
a coronamento
dell'istruzione. Stando
almeno alla risoluzione
approvata dalla VII
Commissione permanente della
Camera dei Deputati i 22
gennaio 2009, che vuole 'sia
reso esplicitamente
obbligatorio nelle
indicazioni nazionali il
preciso riferimento alla
nostra tradizione culturale
e spirituale che si
riconnette esplicitamente al
Cristianesimo'
(8-00027)
(cfr:
http://www.periodicoliberopensiero.it/news/news_20090221_cristianesimo.htm)