Libero Pensiero 12/2008
Augias porta Giordano Bruno a
teatro
Le fiamme e la ragione. Giordano Bruno. Questo il titolo della messa
in scena di Corrado Augias, per la regia di Ruggero Cara, presentato dalla
Promo Music. Una sorta di sincretismo di parole-musica-video- dagli
interessanti effetti scenici, porterà sul palcoscenico dell'Auditorium di
Roma, il 24 e il 25 gennaio 2009, una delle pagine più tragiche della
repressione della libertà di ricerca: la condanna al rogo di Giordano Bruno,
uno dei massimi geni della storia della cultura occidentale, studiato in
tutto il mondo, ma che in Italia è poco conosciuto, addirittura manipolato o
censurato in taluni manuali di filosofia.
Voce narrante ed autore di Le fiamme e la ragione è Corrado Augias,
che attraverso la vicenda di Bruno espone tematiche di scottante attualità:
la libertà di pensiero, la laicità dello Stato, l'autonomia della ricerca
scientifica, il rapporto tra religione e potere. Operando raccordi e
rimbalzi tra eventi ed epoche storiche apparentemente distanti: dal periodo
della Riforma contro cui la Chiesa lancia la Controriforma sulla base del
Concilio di Trento, alla Chiesa costantiniana a cui segue il famigerato
editto di Teodosio (380), dove il cattolicesimo apostolico romano diventa
religione di Stato.
Chi pensa diversamente è perseguitato, finanche legalmente ucciso. L'unità
di cittadino e credente dell'impero romano, e prima ancora del mondo greco,
è franta con il cristianesimo. Sarà ricomposta dopo secoli, quando, in
un’Europa straziata dalle guerre di religione, si farà strada la necessità
della separazione Stato - Chiesa. Una separazione che passava attraverso
l’emancipazione dell’individuo, e che Bruno intuisce nel vortice dei suoi
infiniti mondi, dove tutto diviene nell’infinita natura, dove anche gli
esseri umani, proprio perché di questo divenire fanno parte, grazie alla
ragione si fanno padroni della propria storia. Una separazione tra Stato e
Chiesa che Locke e Spinoza pongono a fondamento della civile convivenza
umana. E che con la Rivoluzione Francese, sono punto di non ritorno
nell'internazionalizzazione di libertà, uguaglianza e fratellanza.
E’ ancora la vicenda e il pensiero di Bruno, in questa sorta di
lezione-spettacolo, a riprendersi il palcoscenico. E’ il pensiero di Bruno
che la Chiesa vuole reprimere. Vuole ostacolare invano quella rivoluzione
filosofico-scientifica che sta mettendo irrimediabilmente in crisi l’ "auctoritas"
ecclesiale e le sue supposte verità. Il dramma si ripete più volte, con
Galileo Galilei, processato e costretto all’abiura per mano dello stesso
implacabile inquisitore di Bruno, il cardinale Roberto Bellarmino, che nel
1830 Pio XI proclama: santo, dottore della chiesa, protettore dei
catechisti.
A oltre 400 anni dalla morte di Giordano Bruno, in piena polemica tra
relativismo e dogmatismo, lo spettacolo di Augias è un invito a studiare ed
approfondire il pensiero di Giordano Bruno: un prezioso scrigno per
l'autodeterminazione degli individui, chiamati a pensare con la propria
testa e a dialogare in quanto esseri umani dubitanti, e quindi in grado di
travalicare gli steccati delle particolari verità assolute. In chiusura un
altro video: Gustavo Zagrebelsky invita a riflettere su come le relazioni
umane siano giocate sul predominio o della “carità” o della “verità”. Se
prevale la prima, la carità, c’è solidarietà e ascolto benevolo, quindi
fattivo dialogo; se prevale invece la pretesa di essere detentori della
verità, trionfano prevaricazione e arroganza. Solo sulla prima strada:
l'ascolto delle ragioni dell'altro, ovvero quella della carità, è possibile
costruire libertà e giustizia. Proprio come Giordano Bruno auspicava più di
quattro secoli fa.
Maria Mantello