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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Salva Roma, non è una regalia
Ignazio Marino, un laico signore perbene, che è diventato Sindaco di Roma Capitale perché fuori dalle cordate di lobby e reti di palazzo, adesso lo si vorrebbe incastrare su quel decreto SalvaRoma con cui né lui né la sua giunta hanno nulla a che fare, visto che il buco finanziario gli è stato lasciato in eredità da Alemanno. Il Sindaco non ci sta, perché come ha espresso pubblicamante e scrittoalla stampa: «si tratta di avere indietro 485 milioni con cui i romani avevano finanziato l'avvio della gestione del debito storico». «Da lì in poi – continua - quel provvedimento, per volere di pezzi di Parlamento è stato gonfiato con decine di impegni di spesa che non avevano niente a che fare con la capitale, sulla base del concetto, falso, che il decreto servisse a concedere ulteriori regalie a Roma». Ma su questo decreto strumentalizzazioni e colpi bassi non mancano, compresi certi voti di scambio proposti dalla sentrice Linda Lanzillotta. La signora di cose comunali se ne intende, essendo stata assessore al bilancio della giunta Rutelli. Promossa poi da Prodi a ministro per gli affari regionali, oggi siede a palazzo Madama in carico a Lista Civica. Dove ha cercato di bloccare il decreto su Roma in cambio della vendita da parte del Comune delle azioni Acea. Insomma riproponendo il fantasma della privatizzazione di acqua e luce, già bocciato soronamente appena qualche anno fa da un referndum popolare. Gli aiuti a Roma sembra che arriveranno .... Ma c’è da giurarci che il tiro incrociato su Marino non si fermerà. È: troppo scomodo agli apparati infatti, chi con gli apparati non ha le mani in pasta. Maria Mantello
La Repubblica della ’’approssimazione democratica’’
Il paese è in crisi, l’antipolitica avanza, l’astensionismo è ormai il 50% del paese (vedi Sardegna), la Corte ha sentenziato che questo parlamento è stato nominato in maniera non conforme alla Costituzione, e che comunque la sua composizione non rispecchia la volontà politica degli elettori.
Ci saremmo almeno aspettati che il presidente della repubblica, caduto Letta, avrebbe indetto nuove elezioni. Invece incarica Renzi, forte di un milione ed ottocentomila voti raccolti in mezzo alla strada con le primarie.
È nata la repubblica della ’’approssimazione democratica’’. L’alibi ‘’il paese è in emergenza’’, cosa che certamente non si risolverà con un governo di ceto politico, nonostante l'immagine di facciata da’’ragazzi della via pal’’.
Per ripristinare un minimo di rappresentanza democratica, sono urgenti nuove elezioni. D’altra parte la tanto invocata ‘’nuova legge elettorale’’ chiesta da Napolitano con insistenza, potrebbe essere l'identico che avanza, con cambio di nome più patriottico. Alloro, stiamo alla Costituzione, che prevede il proporzionale puro!
Francesco Degni correlati: Gianni Ferrara,
Dal porcellum all'Italicum, Roberto Vuilleumier lI proporzionale puro? la migliore scelta laica
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