Non scherziamo con la giustizia
di Antonio Caputo
Mi scusino alcuni amici avvocati (o
anche giudici), e anche la ministra Cartabia, ma che un
processo penale incardinato e definito con sentenza di primo
grado, in appello o in Cassazione evapori e si
volatilizzi.
Non perché il reato sia venuto meno né
perché le vittime del reato e i consociati abbiano potuto
conoscere la verità (quantomeno processuale ), con la
formula della improcedibilità derivante dal trascorrere di
un certo lasso di tempo, a mio parere contrasta contro ogni
principio di equità e logica.
Il reato rimane ma lo strumento per
verificare chi e se lo abbia commesso evapora!
Denegata giustizia anche all’imputato
privato del diritto di difendersi nel processo, non più
strumento (e solo strumento o mezzo) di accertamento della
verità.
Uno stato sempre più impotente
leviatano disarmato che in definitiva rinuncia a una delle
primarie sue funzioni, ne cives ad arma ruant,
sacrificate sull’altare blasfemo del PNRR e del
dissolvimento dell’idea di Giustizia.