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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Crisi di Governo e giochi politici
Sarò una mosca bianca, ma davvero non condivido il clima di euforia creatosi attorno alla figura di Mario Draghi: arrivò Joan Lui e le acque della menzogna si divisero a metà, lasciando passare il verbo del buongoverno. Funziona solo al cinema. Per carità il curriculum di Draghi è quanto di meglio si possa auspicare in un quadro di alleanze internazionali, un po' meno forse nel gestire un paese complicato come il nostro. Insomma, dietro a tanti entusiasmi, che associano la destra alla sinistra, i sovranisti agli europeisti, i sindacati a confindustria, ci sono aspettative difficilmente comprensibili. Quale valore aggiunto dovrebbe apportare il nascente esecutivo? Una maggiore sensibilità politica non è ipotizzabile, visto che proprio di un eccesso di sensibilità ai venti dei partiti è morto il Conte bis. Una maggiore presenza tecnica è più verosimile, ma assai meno auspicabile, visto che la crisi si è aperta proprio per il rischio che il tecnicismo dei presunti professori escludesse la politica dalla gestione dei miliardi dell'Unione Europea. E allora, cosa? Perché? È questo senso che sfugge. Oppure e sarebbe lo scenario peggiore, il senso proprio non c'è e ciò che accade è il mero susseguirsi di eventi in una concatenazione priva di logica e di visione. È morto il re, viva il re, con la corte dei lacché a lodare le gesta di chi architettò l'inganno e vide riempirsi la trappola e gli stessi commensali di prima a lusingare il nuovo capotavola. Se così fosse, povero Mario Draghi, perché l'infame destino riservato ai salvatori della patria lo aspetterebbe. Quanto agli italiani, né miseri, né fortunati, loro come sempre stanno lì, chi deluso, chi meno, in attesa di veder cosa porta in dono il vincitore di turno e casomai tirargli un bel calcione nel fondoschiena, che andrà comunque a posarsi su comodi cuscini. Questi siamo e questi torneremo ad essere e vai a capire dove sta l'uovo e dove la gallina, tra un bella frittata e lo spiedo rotante nel banchetto dei senza vergogna.
Marco Lombardi
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