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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Cedimento: una parola pensando al 25
novembre di Rosangela Pesenti*
Cedi i tuoi spazi, il tuo tempo, il tuo
cuore, le tue ragioni e se lui li fa a brandelli tu li
ricuci e ogni volta che li ricuci ne perdi un pezzetto. La violenza ha una misura ed è il tuo
cedimento. Cedi alla sopportazione, cedi al silenzio, cedi
all’invasione dei tuoi spazi, cedi il tuo corpo per quieto
vivere, cedi il cognome dei figli senza nemmeno pensarci,
cedi quando alza la voce, cedi quando sei stanca, cedi la
tua firma se gli serve, cedi l’amministrazione del denaro,
cedi alla gentilezza temporanea sperando che duri, cedi alla
sua avarizia, cedi perché lui ne sa di più, cedi perché lui
ha il reddito da cui dipendi, cedi il tuo denaro perché
pensi valga meno del suo, cedi il tuo tempo, cedi ai
pensieri che si riempiono di rabbia e lui è al centro della
rabbia, cedi l’affetto dei tuoi figli perché ti convinci che
hanno bisogno del padre, cedi per quella volta che lui ti ha
portata alle stelle con un abbraccio, cedi alle sue lacrime,
cedi ai suoi buoni propositi, cedi alle minacce travestite
da lusinghe, cedi alle lusinghe senza capire le minacce,
cedi le amicizie, cedi alle insinuazioni, cedi alle sue
chiamate, cedi le domeniche, cedi sul colore della casa,
cedi la proprietà della casa, cedi il tempo per riordinare
la sua biancheria, lavare la sua sporcizia, pulire il bagno
dove lui è passato, cedi sulla scelta dell’auto, cedi sulla
vacanza, cedi all’ascolto dei suoi problemi, le sue crisi,
le sue recriminazioni, cedi per essere buona, cedi perché te
l’hanno insegnato, cedi perché pensi di non saper fare
altro, cedi all’arroganza, cedi alla manipolazione, cedi al
tuo stesso sogno, cedi il tuo sogno, cedi alla necessità di
ridurre il sogno, cedi alla continua recriminazione, cedi
alla lamentazione sterile, cedi per adattarti alla realtà,
cedi perché lui però ti aiuta, cedi perché sta imparando,
cedi perché speri che impari, cedi perché non vuoi farti
aiutare, cedi per continuare la recita, cedi per non
fermarti a pensare, cedi perché pensi che non ci sia altro
modo, cedi un pochino ogni giorno. Poi un giorno scopri che non hai più
nulla da cedere, nemmeno la speranza. Poi un giorno vorresti riprenderti ciò
che è tuo ma lui si oppone, ti costringe a cedere la vita ed
è tutto. Gli uomini hanno un’intera cultura che
sostiene la loro arroganza, le donne hanno la stessa cultura
che le fa diffidare delle donne, quindi impariamo a
diffidare di noi stesse. Il cedimento non è una frana, anche se
possono essere usati come sinonimi, è più vicino a un
processo che a un evento, può essere un accadimento
impercettibile e continuo se non viene avvertito e non si
pone riparo. Il contrario di cedimento non è occhio
per occhio, non è diventare come lui e più brava, non è
sopraffazione, non è vendetta, non è insulto, non è offesa,
non è fargliela pagare. Il contrario di cedimento è resistenza:
la capacità prima di tutto fisica di conservare la propria
integrità, la capacità morale di affermare la propria
dignità, la capacità relazionale di saper distinguere, la
capacità di cercare la propria autonomia dentro la
consapevolezza del limite, la capacità di prendere un’altra
strada e non voltarsi indietro. La resistenza non si può fare da sole.
Se tu sei costretta a cedere è perché intorno a te hanno
fatto il vuoto. La vita non è fatta di assoluti e gli
assoluti sono pericolosi perché semplificano, cancellano,
mistificano. Cedere può diventare parte del resistere
se non diventa un modo di vivere: si tratta di valutare le
convenienze e avere chiarezza della meta. Si può cedere per opportunità, diventa
pericoloso cedere per opportunismo. Anche gli uomini cedono alla violenza,
la propria, quella che agiscono impongono perpetuano. Cedono
alla propria violenza giorno dopo giorno, fino a diventare
persecutori, fino a diventare assassini. Cedono nella
connivenza sociale, nel silenzio di famiglie,
amici,colleghi, cedono grazie alla vasta complicità
maschile, cedono sostenuti dal cedimento femminile. Per questo è fondamentale conoscere le
donne nella storia e la storia delle donne. E la storia
delle relazioni tra donne e uomini nella complessità sociale
e politica: impariamo dalla cultura che abbiamo a
disposizione e se è a disposizione possiamo studiarla,
comprenderla, usarla e mutarla. Il femminismo è la cultura politica più
utile per le donne e anche per gli uomini. Il femminismo è come la stella polare,
continua a guidarti anche se non la vedi. Il femminismo è come l’assorbente di
scorta che tieni in borsa dal menarca alla menopausa: se non
serve a te c’è sempre qualcuna a cui serve. * il dialogo.org
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