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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Una Presidente al Senato. È una buona
notizia? di Laura Onofri Il Senato ha, per la prima volta nella
sua storia , una donna come Presidente. Dovrebbe essere una buona notizia per
chi come noi si batte da anni per una democrazia paritaria e
che, insieme al fatto che questo Parlamento è quello più
rosa della storia repubblicana, ci dovrebbe far ben sperare
che la battaglia per i diritti e contro le discriminazioni
venga portata avanti in modo incisivo ed efficace da donne
che spesso sono state elette anche grazie alle
rivendicazioni del movimento femminista e femminile.
Ma a leggere la biografia e le molte
dichiarazioni di Maria Elisabetta Alberti Casellati,
neoletta alla seconda carica dello Stato, qualche
perplessità e qualche preoccupazione affiora. A cominciare dalla tenace opposizione
alla legge sulle Unioni civili con affermazioni che non
lasciano dubbi sul fatto che la famiglia per la nuova
Presidente del Senato solo e solo una può essere, infatti
così si esprimeva nel 2016 durante i lavori parlamentari:
"La famiglia non è un concetto estensibile. Lo Stato non può
equiparare matrimonio e unioni civili, né far crescere un
minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità
vanno tutelate ma non possono diventare identità, se
identità non sono." e così in un'intervista all'Avvenire:
"Il legislatore sostiene che l’unione fra persone dello
stesso sesso va inserita fra le formazioni sociali, con
riferimento agli articoli 2 e 3 della Costituzione.
Perfetto, ma poi vediamo che tutti i rimandi, martellanti,
sono all’articolo 29 e alla disciplina della famiglia. Si è
fatto un giro tortuoso per giungere, senza dirlo, al
matrimonio, ma questo pone seri profili di costituzionalità
perché va contro l’articolo 29 della nostra Carta." Ma la famiglia ha un grande valore per
la neo Presidente, soprattutto la sua: infatti nel 2005,
quando era sottosegretaria al Ministero della Salute, nominò
a capo della segreteria del dicastero la figlia Ludovica,
senza tanti problemi sul conflitto di interessi. E sempre di conflitto di interessi si
occupò per conto del suo mentore politico, Berlusconi,
facendo parte del suo staff giuridico/politico che ispirò
tutta l'impalcatura delle leggi ad personam fatte per
l'allora Presidente del Consiglio, oscuro momento di
asservimento dell'impianto legislativo ad interessi
personali. Per inquadrare la figura di Maria
Elisabetta Alberti Casellati non va dimenticata l'accanita
difesa del suo capo politico nel caso Ruby e c'è un'immagine
che la ritrae sotto il Palazzo di Giustizia di Milano,
insieme ad altri colleghi parlamentari, a manifestare
proclamando l'assoluta innocenza di Berlusconi. Una foto
eloquente anche rispetto all'oggetto del processo in
questione; al centro della vicenda, infatti, ci sono i
presunti festini a luci rosse ad Arcore ai quali avrebbe
partecipato anche la giovane Ruby, che, non ancora
maggiorenne, avrebbe fatto sesso in cambio di denaro e altre
utilità con l’ex capo del Governo. Una foto che testimonia
la fedeltà al suo mentore politico che la fa scendere in
piazza, lei parlamentare, contro un potere dello Stato: la
magistratura. Ed è proprio questo l'aspetto più
inquietante e che ancora una volta emerge da questa, come da
altre scelte di donne a cariche importanti: le donne,
spesso, riescono ad accedere a questi incarichi per
l'assoluta fedeltà al capo, fedeltà che contrasta con scelte
di autonomia e indipendenza che noi auspichiamo che le donne
abbiano. La politica partitica, come dice Luisa Muraro: " è
una commistione con il potere a livelli terribili e le donne
soccombono già a livelli elementari, cioè di soggezione
femminile a un capo, un dirigente, si lasciano
condizionare." Ecco noi vorremmo che le donne che ci
rappresentano nelle istituzioni fossero libere e
indipendenti, che vi portassero una visione in cui la
differenza femminile sia un valore a cui ispirarsi, un
valore rivoluzionario in una politica in cui il potere è
stato detenuto sempre e solo dagli uomini e in cui le donne
sono, spesso, pedine da collocare per salvare le apparenze. Solo allora la notizia di una donna
eletta come Presidente del Senato, eletta in quanto
portatrice di questa differente visione, sarebbe una bella
notizia. Noidonne.org
25 marzo 2018
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