Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

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avv. Bruno Segre


Torino

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Combattere per dare un senso alla vita

ControVerso di Nuccio Ordine*

 

 

«Ho combattuto, è già molto […]. È già qualcosa l’essersi cimentati: la vittoria, mi sembra, è nelle mani del Fato; per quel che mi riguarda ho fatto il possibile e ciò che mi appartiene non lo potranno negare né i secoli futuri né ciò che appartiene al vincitore cioè il non aver temuto la morte ed il non aver consentito ad alcun mio simile di anteporre una morte gloriosa ad una vita imbelle»

 

Giordano Bruno (1548-1600), La monade, il numero e la figura, in Opere latine, a cura di Carlo Monti, Utet, [VII], pp. 376-377

 

 

Nel trattato De monade numero et figura (pubblicato nel 1591 a Francoforte assieme a due altre opere latine, il De minimo e il De immenso), Giordano Bruno analizzala “monade” («sostanza indivisibile delle cose» p. 76) e alcune questioni che legano matematica e geometria alla filosofia e a una “numerologia” simbolica (le relazioni, per esempio, che alcune figure geometriche intrattengono con i “numeri” da cui derivano).

Una prospettiva che non ha niente in comune con la ragione calculatoria del «gregge dei matematici o dei geometri»: qui si indagano «i numeri della natura» e «le figure naturali, per mezzo delle quali, l’ottima madre, distingue le rispettive virtù e proprietà» (p. 304). Ma l’autore – cosciente delle difficoltà che potrà incontrare l’inesperto lettore: «Questo libro è difficile, lo confesso, anzi per chi non sa leggere tale scrittura riconosco che è addirittura impossibile a leggersi» (p. 305) – ci regala comunque stupende riflessioni sulla vita e sulla ricerca del sapere nella dedica a Enrico Giulio (duca di Brunswich e Wolfenbüttel,) e in diverse pagine disseminate negli undici capitoli. Elogiando le qualità del «prìncipe eccelso», il filosofo coglie l’occasione per ricordare a coloro «che impugnano lo scettro» di esercitare il potere «senza calpestare» i più deboli: «Te non creò Dio per disprezzare i popoli che ti devono riverire, né ti ha comandato di calpestare coloro che ti devono rispettare, come, invece, è costume di un non piccolo numero di potenti che impugnano lo scettro come strumento per asservire il popolo negletto». Per Bruno, infatti, «niente è più grave dell’arbitrio dei potenti; l’avida, rozza stirpe, potendo arbitrariamente crearsi i propri diritti, crede di toccare il cielo e di poter impunemente calpestare ogni diritto» (p. 299). Ai doveri dei prìncipi, corrispondono anche i doveri che ogni singolo individuo ha nei confronti di se stesso. Innanzitutto, la battaglia quotidiana per dare un senso alla propria vita: «Come potrà essere piacevole la vecchiaia anche per un intelletto ben dotato, se la vita è stata trascorsa inutilmente e la giovinezza se ne è volata via insulsamente?» (p. 376). Una vita degna coincide con i nobili obiettivi che ogni essere umano si propone di abbracciare («Non ti scoraggino gli ostacoli che ti si possono presentare, dal momento che qualunque impresa è possibile per chi la vuol fare: niente è facile che non riesca difficile per chi lo fa contro voglia»). Non è decisivo, però, raggiungere la meta. È molto più importante compiere il percorso con dignità e con onore: «tuttavia, pur non vincendo, sii ugualmente degno della vittoria e degno di sederti accanto al vincitore». Se viene meno la tua dignità fisica o morale, allora è meglio «una morte gloriosa». La “soglia” attraverso cui precipitiamo in una «vita imbelle» non può essere imposta da altri (né dalla religione, né dallo Stato). Ecco perché – come sottolineava giustamente qualche anno fa Roberto Saviano citando questo passo autobiografico di Bruno – è necessario riconoscere a ogni essere umano la libertà di decidere della propria vita.

 

* Sette, Corriere della Sera, 31 marzo 2017, p. 89

 

 


 

 

 

 

 


 

 


 

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