Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

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Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

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Torino

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Il Comico tedesco sottomesso alla Turchia
di Pierluigi Battista*
 


Bei tempi, quando si diceva che la Turchia, per entrare in Europa, avrebbe dovuto adeguarsi agli standard di libertà e al rispetto dei diritti di cui il nostro continente si faceva vanto.
Bei tempi: ora è l’Europa che si deve adeguare agli standard autoritari e alla spirale repressiva della Turchia per non rompere con Ankara.
Il governo Merkel si affretta a dare in pasto giudiziario al premier turco Erdogan, quello che teorizza apertamente l’inferiorità e la sottomissione della donna, la testa del comico Jan Boehmermann, che nella sua satira certamente poco sofisticata ha satireggiato sulla figura del padrone della Turchia.
Tra la libertà d’espressione e la diplomazia con Erdogan, il governo tedesco ha decisamente optato per la seconda scelta e ha autorizzato un procedimento giudiziario del tutto inedito nella democrazia tedesca. Ha calpestato un valore molto caro come la libertà d’espressione rendendo paradossale la sua partecipazione al corteo di Parigi dopo la carneficina di Charlie Hebdo. «Je suis Charlie» è solo un ricordo.
Oggi è il turno di «Sto con chi vorrebbe farla finita con Charlie».
Un altro arretramento. Un altro passo indietro. Un’ulteriore prova che l’Europa non è più capace di tenere duro sui suoi valori e che la difesa dei diritti umani, dalla Turchia all’Iran all’Arabia Saudita, diventa piccola e timida quando sono in questione i flussi di scambi economici e la centralità degli equilibri geo-strategici.
Forse però con la scelta del governo Merkel l’arretramento appare più traumatico, troppo zelante, troppo accondiscendente con chi occupa militarmente i giornali e mette in galera gli scrittori che osano discutere la linea del padrone-premier.
Stavolta si poteva dire un secco no per non dover dire sì ancora più umilianti tra qualche mese o anno.
Intanto: «Je suis Boehmermann».
 
* Corriere della Sera, 15 aprile 2016

 

 

 


 

 

 

 

 


 

 


 

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