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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Il Comico tedesco sottomesso alla Turchia
di Pierluigi Battista*
Bei tempi, quando si diceva che la Turchia, per
entrare in Europa, avrebbe dovuto adeguarsi agli
standard di libertà e al rispetto dei diritti di cui
il nostro continente si faceva vanto.
Bei tempi: ora è l’Europa che si deve adeguare agli
standard autoritari e alla spirale repressiva della
Turchia per non rompere con Ankara.
Il governo Merkel si affretta a dare in pasto
giudiziario al premier turco Erdogan, quello che
teorizza apertamente l’inferiorità e la sottomissione
della donna, la testa del comico Jan Boehmermann, che
nella sua satira certamente poco sofisticata ha
satireggiato sulla figura del padrone della Turchia.
Tra la libertà d’espressione e la diplomazia con Erdogan,
il governo tedesco ha decisamente optato per la seconda
scelta e ha autorizzato un procedimento giudiziario del
tutto inedito nella democrazia tedesca. Ha calpestato un
valore molto caro come la libertà d’espressione rendendo
paradossale la sua partecipazione al corteo di Parigi
dopo la carneficina di Charlie Hebdo. «Je suis Charlie»
è solo un ricordo.
Oggi è il turno di «Sto con chi vorrebbe farla finita
con Charlie».
Un altro arretramento. Un altro passo indietro.
Un’ulteriore prova che l’Europa non è più capace di
tenere duro sui suoi valori e che la difesa dei diritti
umani, dalla Turchia all’Iran all’Arabia Saudita,
diventa piccola e timida quando sono in questione i
flussi di scambi economici e la centralità degli
equilibri geo-strategici.
Forse però con la scelta del governo Merkel
l’arretramento appare più traumatico, troppo zelante,
troppo accondiscendente con chi occupa militarmente i
giornali e mette in galera gli scrittori che osano
discutere la linea del padrone-premier.
Stavolta si poteva dire un secco no per non dover dire
sì ancora più umilianti tra qualche mese o anno.
Intanto: «Je suis Boehmermann».
* Corriere
della Sera, 15 aprile 2016
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