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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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GRECIA, ripartire dall’Europa dei
diritti e della solidarietà di Maria Mantello
«La democrazia l’abbiamo inventata
noi», ha rivendicato con orgoglio Tsipras, a memoria storica di
quando nell’Atene del V secolo i greci scoprivano la “virtù
politica” che chiedeva impegno individuale e collettivo a
vantaggio dell’uomo per costruire stati in solidarietà e
giustizia. Una invenzione che - come scriveva
Platone in uno straordinario passo del Protagora –
segnava una svolta per l’umanità: dalla condizione di «arrecarsi
reciproco danno» a quella «della civile convivenza, in rispetto
e giustizia, su vincoli di reciproca solidarietà». Eccole le
radici della democrazia! E le vediamo veicolare ancora in
quell’idea di Europa unita, che prende corpo dopo la seconda
guerra mondiale, delineata dai suoi padri fondatori. Individui
diversissimi tra loro, ma accomunati dall’ideale formidabile che
l’appartenenza alla cittadinanza europea va costruita nella
democrazia applicata. Un sogno europeista che ha ben poco a che fare con i diktat della tecnocrazia finanziaria. Quelli che stanno mettendo Contro tutto questo, Tsipras
rappresenta la grande speranza progressista per una economia dal
volto umano, dove le leggi del profitto non possono schiacciare
i diritti umani. La democrazia è auto-istituzione della
collettività. Essa coincide con quella volontà generale
prospettata da Rousseau, che tanto ha fatto e fa inquietare i
reazionari di ogni epoca, in cui ricompare sempre l’anima
nera dei Burke e dei de Maistre che quella auto-istituzione
collettiva, consideravano follia. E folle viene considerata E pensa - contagiando tanti altri
cittadini europei - che l’Europa non si esaurisce in una moneta
unica. Oggi è sotto gli occhi di tutti, che la
scelta politica prioritaria è quella di rimettere al centro il
principio base della democrazia: il valore dell’essere umano in
sé e per sé, nella sua dignità di unicum tra pari. Forse, per memoria storica, è
interessante notare come questo gli antichi greci lo avessero
messo in pratica finanche quando inventarono la falange,
quell’impenetrabile barriera di scudi, lance e spade, dove ogni
soldato era alla pari col suo compagno. Ecco oggi i greci stanno chiamando a
una nuova falange pacifica: dalla parte dei diritti per una
politica e un’economia dal volto umano. Li abbiamo visti a centinaia di
migliaia in questi giorni invadere pacificamente le strade,
mobilitarsi nelle grandi veglie per la dignità... per la
democrazia... In Europa si aggira un nuovo spettro:
la falange contro lo strapotere capitalista e la sua feroce
legge dell’infinito profitto che miete vittime innocenti. La falange della libertà è in cammino. E il tam tam viaggia in rete per la
settimana di mobilitazione internazionale a sostegno del popolo
greco in lotta contro le politiche di austerità alla vigilia del
referendum che si terrà domenica 5 luglio. La posta in gioco non
è soltanto il Sì o il No ai diktat di Bce - Ue – Fmi.., ma è
l’idea di Europa che vogliamo. Un’Europa chiamata a investire –
ribadiamo - in capitale umano e cooperazione sociale. Questo il grande disegno europeista
disatteso, e da rimettere al centro dell’Unione europea. Diversamente, l’Europa è parola vuota e
il parlamento europeo la falsa coscienza del dogmatismo della
tirannia mercatista che scambia per equità la globalizzazione
tecnocratica del profitto.
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