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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Renzi, "giri elettorali" senza questione meridionale
di Sergio Scarpino
Nel suo “giro pre-elettorale” il Presidente del Consiglio, nonché Segretario del suo“ personale” partito ha fatto, fra l’altro, tappa in Calabria assicurando di "rimboccarsi le maniche, sudare, per cambiare questa Regione"..
Mai nessuna altra “ visita ministeriale “ fu così fugace ed infarcita di squallide promesse! In verità mi sarei aspettato che la mia gente di Calabria lo rincorresse buttandolo fuori da dove “ Cristo si fermò “. Alla Calabria non è sufficiente il riconoscimento di un Presidente del Consiglio dei “mille problemi … ma ci sono tutte le condizioni per cambiare e essere d’esempio al Paese”. Ecco !
I calabresi avrebbero desiderato essere visitati da un Presidente del Consiglio preparato sulla problematica “ Calabria e Mezzogiorno “ non da un distributore di slogans utili solo ad una preparatoria personale campagna elettorale. I calabresi avrebbero desiderato sentire proposte ed un confronto con le forze sociali più vive e sensibili della loro Terra e del Mezzogiorno facendo lievitare amalgamando gli interessi e le aspirazioni di quelle che Aldo Moro ed Enrico Berlinguer ed in Calabria Gullo, Mancini e Guarasci chiamavano le vere forze del mutamento, e cioè i giovani, le donne, i lavoratori, gli intellettuali che credono nella Calabria e nel Mezzogiorno e si battono per il suo rinnovamento ed ambiscono a governarlo.
La Calabria ed il Mezzogiorno, ci spiace che il sindaco di Bari Emiliano sia sodale con le balle renziane, non desiderano ulteriori promesse ma un governo che sia capace di ricercare intorno a questioni decisive, soprattutto, l’unità morale e politica dell’intero popolo meridionale. I calabresi vogliono, finalmente, un governo capace di dare voce alle forze vitali dell’intero Mezzogiorno, un governo che sia in grado di rinnovare, rafforzare e rendere più fattivo il suo impegno per l’intero Mezzogiorno e le sue isole.
I calabresi avrebbero voluto sentire non parole ma indicazioni sulla crisi generale del Paese che colpisce con particolare durezza le zone e le categorie sociali più deboli e, quindi la Calabria e tutto il Mezzogiorno ed i meridionali, dove cresce paurosamente la disoccupazione e riesplode e dilaga la violenza. Lo sa il Renzi che soltanto per mantenere nei prossimi anni gli attuali assai modesti livelli di occupazione, occorrerà creare al Sud dell’Italia più del doppio dei posti di lavoro che si dovranno creare al Nord? E che per il futuro, se le cose non cambieranno radicalmente dovrà temere il peggio delle proteste accadute nel corso delle sue apparizioni fugaci ed inconsistenti ? Allora urge una proposta politica complessiva che assuma , non solo la Calabria, ma, la questione meridionale come primo, fondamentale problema dell’economia e della società italiana. Sappia il presidente del Consiglio che i ritardi e le tensioni del Sud, che ancora appieno non si sono manifestate, finiranno per ricadere pesantemente sull’intera comunità nazionale se non riuscirà a risolverli in una visione unitaria, più equilibrata e più giusta, del nostro sviluppo.
Erano queste le cose che i calabresi volevano ascoltare dal rappresentante di un governo; l’impegno di saper gestire una fase più avanzata dello sviluppo del Sud e delle Isole e affermare il compito dello Stato di saper garantire – cosa che non sta dimostrando di voler, o meglio, saper fare – la legalità e la sicurezza mediante una politica dell’ordine pubblico e dell’amministrazione della giustizia che tenga nel debito conto le peculiari condizioni etico-sociali dell’intero Mezzogiorno. L’autorità e la forza repressiva dello Stato non possono bastare: Occorre che l’azione delle istituzioni, in tutti i settori, sia attenta alle moralità dei suoi effetti.
Renzi-balle però, lascia alla Calabria solo vuote promesse, incapace di esprimere nei suoi sproloqui nessuna nuova indicazione di cultura meridionale capace di alimentare i processi evolutivi e di contrastare con successo le tendenze regressive.
E’ finito il tempo delle semplificazioni culturali, delle denuncie emotive, delle rivendicazioni impotenti tanto care al primo ministro che è apparso solo “ un buon venditore di fumo” . Oggi la Calabria, il Mezzogiorno ha bisogno di un vero governo capace di esercitare una apertura nazionale ai grandi problemi, di approccio umile e severo alla complessità della vita meridionale, di una vera conoscenza – di cui Renzi ne è totalmente privo – che afferri i nodi reali, indichi la maniera di scioglierli ed alimenti iniziative adeguate ma non vage ed illusorie speranze! La Calabria seguirà le iniziative del governo in favore dell’intero Mezzogiorno ma si prepara ad una forte mobilitazione – che speriamo non essere violenta - nel caso le speranze dovessero nascondere una ulteriore “ turlupinatura”.
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