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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Fuori dalla retorica celebrativa della I guerra mondiale
di Maria Mantello
«La guerra contro l’Austria-Ungheria che l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziņ il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, č vinta». Era il 4 novembre 1918, quando il generale Armando Diaz dava notifica dell’armistizio di Villa Giusti che era stato firmato a Padova il giorno prima. E a questo proclama si fa risalire la fine della I guerra mondale per l’Italia.
Per ricordare la “grande guerra” in questo anno si susseguono molteplici iniziative dove sembra prevalere il carattere di epopea della gloria nazionale. La retorica nazional-patriottica sembra prevalere oscurando l’anima nera dei deliri imperialisti che ne furono la causa e che troveranno poi l’apogeo negli stermini della barbarie nazifascista causa ed effetto della II guerra mondiale.
La I guerra mondiale fece della trasformazione di cittadini in soldati un fenomeno di massa. Ma quando la sofferenza cominciņ a dilagare e con essa le diserzioni e le fucilazioni, il velo della retorica venne squarciato e ne sono testimonianza le canzoni di protesta dei nostri fanti – contadini.
Testi spesso anonimi, scritti a pił mani e per cui si rischiava la fucilazione con l’accusa di antipatriottismo e disfattismo. Testi riemersi dagli atti dei processi per diserzione e che costituivano, come quello che qui riportiamo, la formidabile consapevolezza degli interessi del capitalismo in questa guerra. «La stampa venduta/ Di tante menzogne/ Ha pieni i suoi fogli/ Vi han fatto abbagliar/ Di mille fandonie/ V’han piena la testa/ Per meglio portarvi supini a morir. Ai vecchi confini/ Voi tutti correste/ Gridando a gran voce/ Vai fuori o stranier. Ma il vero nemico/ Dei vostri interessi/ Con riso satanico/ In cuore gioģ. E ancora una volta/ Le maglie stringeva/ Di quella catena/ Che servi vi fa/ Il vero nemico del vostro avvenire/ Un solo č davvero/ Il gran capital».
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