Dura la reazione dei
penalisti. «Quando per mancanza di coraggio si fanno scelte
consapevolmente incostituzionali, quando si delega di fatto al
giudice delle leggi quello che dovrebbe essere il compito del
Parlamento, si capovolge il corso democratico della funzione
legislativa», è il commento dell'Unione Camere Penali che
ricorda come «anche in queste ore il Parlamento sta licenziando
una norma che discrimina i condannati per alcuni reati (il Dl
Cancellieri, ndr), escludendoli irragionevolmente dalla
possibile applicazione di un beneficio, quello della liberazione
anticipata, per timore che la pubblica opinione non comprenda e
accusi la Politica di scarsa intransigenza nei confronti dei
mafiosi, degli stupratori e chissà chi altro .
La Corte Costituzionale
"boccia" la legge Fini-Giovanardi che equipara droghe leggere e
pensanti: nella norma di conversione furono inseriti emendamenti
estranei all'oggetto e alle finalità del decreto.
L'effetto concreto è che con
la decisione rivive la legge Iervolino-Vassalli come modificata
da referendum del '93, che prevede pene più basse per le droghe
leggere.
La vicenda dimostra la
gravità della crisi del sistema parlamentare italiano e, a ben
vedere, la decisione della Corte non concerne in quanto tale il
merito (l'equiparazione delle droghe leggere a quelle
pesanti): è solo iun rilievo di tecnicalità, pur
sostanziale e non solo formale, dell'iter di conversione di
decreti legge la cui legge di conversione deve essere coerente
all'oggetto e alle finalità del decreto, secondo la Corte.
Ciò che riguarda a ben
vedere migliaia di decreti bellamente convertiti e stravolti e
che, per quanto concerbne la Fini Giovanardi si è "scoperto"
ora, a distanza di ben 8 lunghi anni che tanta "pena" hanno
arrecato agli "sfortunati" condannati.
La giustizia ècieca, come la
fortuna? Mentre il sistema parlamentare fa acqua o meglio prende
acqua.