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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Sulla Befana e la
dodicesima notte
di Nicola
Cultrera
L'origine della Befana è nel mondo agricolo e pastorale. Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura di Madre Natura.
In questa notte Madre Natura, stanca per aver donato tutte
le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una
vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una
scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere
bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere
dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova.
In molte regioni italiane per l'Epifania si preparano torte
a base di miele, proprio come facevano gli antichi Romani
con la loro focaccia votiva dedicata a Giano nei primi
giorni dell'anno.
Giano Bifronte
Usanza
antichissima e caratteristica è l'accensione del
ceppo, grosso tronco che dovrà bruciare per dodici
notti. E' una tradizione risalente a forme di culto pagano
di origine nordica: essa sopravvive l'antico rito del fuoco
del solstizio d'inverno, con il quale si invocavano la luce
e il calore del sole, e si propiziava la fertilità dei
campi. E non è un caso se il carbone che rimane dopo la
lenta combustione, che verrà utilizzato l'anno successivo
per accendere il nuovo fuoco, è proprio tra i doni che la
Befana distribuisce (trasformato chissà perchè in un simbolo
punitivo).
La tradizione è
ancora conservata in alcune regioni d'Italia, con diverse
varianti: a Genova viene acceso in alcune piazze, e l'usanza
vuole che tutti vadano a prendere un tizzone di brace per il
loro camino; in Puglia il ceppo viene circondato da 12 pezzi
di legno diversi.
In molte famiglie, il ceppo, acceso la sera la sera della Vigilia, deve ardere per tutta la notte, e al mattino le ceneri vengono sparse sui campi per garantirsi buoni raccolti.
In epoca medioevale si dà molta importanza al periodo
compreso tra il Natale e il 6 gennaio, un periodo di dodici
notti dove la notte dell'Epifania è anche chiamata la
"Dodicesima notte". È un periodo molto delicato e critico
per il calendario popolare, è il periodo che viene subito
dopo la seminagione; è un periodo, quindi, pieno di speranze
e di aspettative per il raccolto futuro, da cui dipende la
sopravvivenza nel nuovo anno. In quelle dodici notti il
popolo contadino credeva di vedere volare sopra i campi
appena seminati Diana con un gruppo più o meno numeroso di
donne, per rendere appunto fertili le campagne.
Caccia di Diana -
Domenichino (Domenico Zampieri)
Roma - Galleria Borghese
Nell'antica Roma Diana era non solo la dea della luna, ma
anche la dea della fertilità e nelle credenze popolari del
Medioevo Diana, nonostante la cristianizzazione, continuava
ad essere venerata come tale. All'inizio Diana e queste
figure femminili non avevano nulla di maligno, ma la Chiesa
cristiana le condannò in quanto pagane e per rendere più
credibile e più temuta questa condanna le dichiarò figlie di
Satana! Diana, da buona dea della fecondità diventa così una
divinità infernale, che con le sue cavalcate notturne alla
testa delle anime di molte donne stimola la fantasia dei
popoli contadini.
Diana, Dea della Caccia, della Luna,
delle partorienti. La Befana è spesso ritratta con la Luna
sullo sfondo.
Di qui nascono i racconti di vere e
proprie streghe, dei loro voli e convegni a cavallo tra il
vecchio e il nuovo anno. Nasce anche da qui la tradizione
diffusa in tutta Europa che il tempo tra Natale ed Epifania
sia da ritenersi propizio alle streghe. E così presso i
tedeschi del nord Diana diventa Frau Holle mentre nella
Germania del sud, diventa Frau Berchta. Entrambe queste
"Signore" portano in sé il bene e il male: sono gentili,
benevole, sono le dee della vegetazione e della fertilità,
le protettrici delle filatrici, ma nello stesso tempo si
dimostrano cattive e spietate contro chi fa del male o è
prepotente e violento. Si spostano volando o su una scopa o
su un carro, seguite dalle "signore della notte", le maghe e
le streghe e le anime dei non battezzati.
La Festa della Dodicesima Notte ispirò
tra gli altri William Shakespeare che scrisse la omonima
commedia che ebbe la prima rappresentazione il 6 Gennaio del
1601 al Globe Theatre di Londra.
Daniel
Maclise: La Dodicesima Notte, Malvolio e la Contessa.
Nella Befana rivivono, quindi, simbolicamente culti pagani,
antiche consuetudini, tradizioni magiche.
Forse qualcosa in più di quello che superficialmente
appare.........
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