Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

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LO SCANDALO DEL LAZIO E LA CORRUZIONE CATTOLICA

di Paolo Farinella

 

Lo scandalo alla Regione Lazio è la prova finale che in Italia non può esistere una destra «pulita» che, per definizione e per storia, è quella roba lì, specialmente dopo che si è venduta mani e piedi a Berlusconi che l’ha infettata in modo irreparabile per i prossimi 200 anni. In Liguria ne abbiamo un esempio scellerato, monumento perenne alla miopìa degli abitanti di Imperia, Ventimiglia, San Remo e zone limitrofe, che, da sempre hanno votato e continuano a votare Claudio Scajola, l’emblema fisico della corruzione di stampo berlusconista per «governare» il territorio come un possesso proprio, in stile mafioso. La vicenda del porto di Imperia ne è il testimone visibile e vergognoso. I Liguri che li votano sono responsabili della corruzione come i diretti interessati. Scajola in Liguria, la Polverini nel Lazio e Formigoni in Lombardia fanno pubblica professione di «cattolicità» condivisa con l’allegra compagnia travestita da porci che con prostitute festeggiano la grande abbuffata a spese dei contribuenti.

 

Il cardinale di Genova, Angelo Bagnasco, nella sua veste di presidente della Cei ha dichiarato al suo giornale «Avvenire» (22-09-2012) che quanto accaduto alla Regione Lazio è «una cosa vergognosa. Le ristrettezze devono farci stringere gli uni agli altri con maggiore bontà: pensare solo a noi stessi sarebbe egoista e miope». Non mi piace il «plurale» di coinvolgimento, usato dal cardinale, come se io e la Polverini e Scajola e Formigoni potessimo spartire qualcosa e fossimo responsabili allo stesso modo. Aprendo i lavori della Cei ha parlato di «un reticolo di corruttele e di scandali» per cui «è l’ora di una lotta penetrante e inesorabile alla corruzione». Ottimo, ma mi sarei anche aspettato un vero atto di contrizione e di pentimento, le scuse della Cei a tutto il popolo italiano per avere sostenuto per 18 anni la fucina della corruzione, Silvio Berlusconi e la candidatura di Renata Polverini alla presidenza della regione Lazio con tutte le forze «cattoliche».

Non fu forse il cardinale Ruini, detto Camillo «il sottile» che il 10 gennaio 2010 invitò a pranzo Berlusconi, il gentiluomo di Sua Santità, Gianni Letta, per concordare la strategia per fare vincere alle elezioni regionali Renata Polverini a danno di Emma Bonino? Vinsero Ruini, Berlusconi e Polverini, ma persero lo Stato, la Chiesa e la morale. Risultato: corruzione  e fascismo. Il cardinale Angelo Bagnasco, parla di «miopia e cecità». Ha ragione. Occorre il collirio della Parola di Dio.

 

Il 25 giugno 2012 parlando agli assistenti delle associazioni cattoliche, fu lo stesso segretario del cardinale Bagnasco, mons. Mariano Crociata a dire con disarmante ingenuità: «E’ impressionante come tanta nostra gente sia parte integrante di quella folla … di corrotti e corruttori, di evasori e parassiti, di profittatori e fautori di illegalità diffusa, difensori sistematici della rivendicazione dei diritti nell’ignoranza, se non nella denigrazione, dei doveri». Da mesi non si parla che dell’abisso in cui è caduta Comunione e Liberazione, rappresentata dal «povero, vergine e ubbidente» Roberto Formigoni che di corruttela ha intessuto la gestione della Regione lombarda, vendendo morale e religiosità a chi pagava meglio a suon di milioni, a spese della collettività. Non dovevano questi essere i custodi gelosi del bene comune e della dignità della persona? Io penso che una parola della gerarchia cattolica, chiara e netta, sia doverosa: abbiamo sbagliato, abbiamo peccato, abbiamo sostenuto persone indegne e immorali e non ci siamo accorti che così per qualche interesse immediato abbiamo venduto le nostre anime al demonio e ci siamo lasciati usare, drogati dal successo e dal connubio che ci ha risucchiato l’anima. Per i politici cattolici corrotti, non basta la confessione per lavare «queste colpe». Ora è necessario il carcere: a pane e acqua per tutta l’eternità.

 

 la Repubblica/Il Lavoro (ed. ligure) domenica 30-09-2012, p. XIX

 

 

 

 


 

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