Il falso
della legge 40
di Furio Colombo
Siamo andati avanti facendo finta di niente.
Facendo finta che una legge crudele e
scientificamente assurda come la legge italiana
sulla fecondazione assistita dove si impedisce
di esaminare un embrione prima di impiantarlo,
come se fosse uno sfizio accertare l’esistenza o
no di una grave, insopportabile malattia, sia
una legge civile e normale.
Suvvia, non fingiamo di non sapere che non solo
per questo siamo guardati con meraviglia e con
sospetto, a causa della inspiegabile separazione
fra presunta modernità e a rigorosa osservanza
delle leggi e degli editti vaticani. Non c’è
nulla di evangelico in tutto questo.
L’invenzione (ovvero scoperta e identificazione
degli embrioni) è del Ventesimo secolo, poco
prima della nascita dell’ex ministro Fioroni,
che dichiara “mercato dell’eugenetica” la vista
medica del non nato. Possibile che il
religiosissimo Fioroni non abbia notato che,
nella storia di Lazzaro resuscitato, c’è un
intervento immediato, sicuro, sul già morto, non
per creare un mercato di zombi, ma per insegnare
che è giusto invocare, per quanto impossibile,
un po’ di felicità?
Hanno mandato in giro per il mondo, come
mendicanti di un Paese dominato dalla Sharia,
donne e uomini italiani che chiedevano solo,
come i parenti di Lazzaro (ma dall’altro punto
cruciale della vita), di avere un bambino vivo,
sano, da amare e accudire senza correre il
rischio di una malattia genetica che, nella
maggioranza dei casi noti, li aveva già
tormentati.
“Sono italiani” avranno mormorato negli ospedali
di altri civili ospedali del mondo indicando le
coppie costrette a chiedere asilo medico per
avere un figlio, secondo la famosa predicazione
che indica quel desiderio come il vero fine del
vivere insieme di uomo e donna.
Una bella dose di ipocrisia ha orientato e
guidato tutti gli altri politici e gli altri
partiti e gli altri professionisti della
politica, tutti i politici per timore di passare
per “laicisti”, parola inventata, assente dai
vocabolari ma che descrive i laici che non
accettano di inginocchiarsi solo per ragioni di
voto e di sottosegretaria-ti. E i medici per
ragioni (purtroppo buone ragioni) di carriera.
Violare la legge assurda e crudele sulla
procreazione detta “assistita” li avrebbe
esposti a rischi grandissimi. Purtroppo, mentre
trovi legioni di obiettori di coscienza contro
l’aborto pur di ingraziarsi vescovi e Papa, che
alla fine pesano molto sul primariato, non trovi
alcun obiettore di coscienza in aiuto delle
donne che vogliono essere madri senza correre
incontro alla tragedia. Qui bisogna infrangere
un tabù e dire la parola “Radicali”, partito,
leaders, deputati di quel partito e Associazione
Luca Coscioni, di cui mi vanto di essere membro
e sostenitore. È curioso per me notare che tanti
colleghi, che hanno resistito per 18 anni alla
grottesca mascherata della Lega, partito noto
ormai solo per il razzismo dichiarato, il
berlusconismo a tassametro e per il rito della
divisione dei diamanti fra capi buoni (quelli
che hanno in mano adesso i resti del partito) e
capi cattivi, (quelli cacciati solo per
portargli via il comando) si irritano un po’ a
parlare dei Radicali e del loro continuo rompere
le scatole sulle questioni dei diritti umani.
Personalmente li apprezzo perché solo con loro
ho potuto dire, in Parlamento e fuori, il
disgusto e l’indecenza per una assemblea – di
adulti consapevoli – che vota la legge 40 e poi
ti spiega che “è il meglio che si poteva fare”.
Ma ora entriamo in una fase delicata in cui,
ancora una volta, c’è il rischio di trovare solo
l’iniziativa e la compagnia dei Radicali. Il
fatto è questo. Pare che il ministro della
Salute, Balduzzi (governo Monti) abbia detto che
– contro questa sentenza, che condanna l’Italia
per il livello subgiuridico e subnormale con il
quale ha inserito proibizioni umilianti in una
legge che dovrebbe essere di aiuto – ricorrerà
in appello, ovvero presenterà il caso alla
cosiddetta “Grande Chambre” chiamata a dare il
parere finale. A quanto pare questo governo
italiano di tecnici ha dei dubbi (“tecnici” ?)
sulla condanna all’irrazionale legge italiana
che non esiste nel mondo. Richiederà, ci dicono,
un “approfondimento” o una “riflessione”.
Ovvero, anche i “tecnici” inclinano a pensare
che Lazzaro non doveva risorgere e che il
bambino della coppia che vorrebbe aggirare la
condanna genetica, non deve nascere. Non
parliamo poi delle futili madri che si
permettono di sfidare la natura che rudemente ha
detto loro no, con l’espediente del progresso
medico, che un bambino può farlo nascere senza
problemi (ormai il mondo ne è pieno). E non
parliamo della legge Kabul-Roma, che vieta la
procreazione eterologa scambiandola per
“prostituzione assistita”. Insomma, la civiltà,
nel senso di benevola protezione di tutti i
cittadini secondo le regole e le possibilità
della legge e della scienza, non è ancora
arrivata in Italia. Per questo i “ laicisti”
(intesi come coloro che si sottraggono alle
sharie di tutti i culti) continueranno a fare il
possibile – assieme a coloro che lo hanno sempre
fatto – per salvaguardare almeno un po’
l’immagine rispettabile dell’Italia.
Il Fatto Quotidiano, 2 settembre 2012