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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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CEI E VATICANO tra impenitenza e ritardi
L’agenzia Adnkronos in data 25 giungo 2012 lancia una notizia choccante: incontrando gli assistenti nazionali delle associazioni cattoliche, il Segretario generale della Cei, in sostanza il vice del card. Angelo Bagnasco, ha dichiarato papale, papale: «È impressionante come tanta nostra gente sia parte integrante di quella folla che va a comporre l’immagine sconfortante di un Paese condizionato dalla presenza di corrotti e corruttori, di evasori e parassiti, di profittatori e fautori di illegalità diffusa, difensori sistematici della rivendicazione dei diritti nell’ignoranza, se non nella denigrazione, dei doveri. Per dirla in modo esplicito se siamo arrivati alla dichiarata necessità di una nuova generazione di cattolici, ciò non è stato per assenza di politici, sindacalisti, figure istituzionali dichiaratamente cattolici, ma per il venir meno di un quadro sociale complessivo religiosamente integrato e per la perdita di vitalità e di adeguata incidenza dell’ispirazione cristiana nella vita sociale, civile e politica. Su questi due punti vorrei precisare, innanzitutto, che sono convinto della persistenza di un cattolicesimo popolare nel nostro Paese; ma esso subisce una costante erosione e soprattutto trova sempre meno una rappresentanza pubblica adeguata, per ragioni che attengono non solo alla qualità e alla responsabilità delle persone, ma anche all’evoluzione del quadro culturale e istituzionale. Questo intreccio di evoluzione della vita pubblica e debolezza della qualità della presenza di cattolici in essa solleva la questione specifica che è all’origine di questo, come già di altri incontri. C’è bisogno di un modo di pensare e di uno stile di vita che scaturiscono dalla fede, per dare luogo a presenze e aggregazioni significative e capaci di incidere nel tessuto culturale e sociale».
Roba grossa, ragassi e ragasse! Con almeno 20 anni di ritardo, finalmente da quelle parti si rendono conto che «è impressionante come tanta nostra gente sia parte integrante di quella folla che va a comporre l’immagine sconfortante di un Paese condizionato dalla presenza di corrotti e corruttori, di evasori e parassiti, di profittatori e fautori di illegalità diffusa, difensori sistematici della rivendicazione dei diritti nell’ignoranza, se non nella denigrazione, dei doveri». Quando scrivevo e dicevo queste cose al cardinale Bagnasco, restava allibito e mi diceva che lui doveva rapportarsi istituzionalmente con il governo, dominato da Berlusconi, il padre sempre incinto di quella «folla di corrotti e corruttori, evasori e parassiti, profittatori e fautori di illegalità diffusa». Non mi aspetto le scuse, ma che almeno rassegnino le dimissioni, visto che sono venuti meno ai loro doveri e hanno taciuto sempre, anche quando il malaffare scorreva sotto i loro piedi o loro stessi ne erano mercanti da sé e anche per interposta persona. Su Comunione e Liberazione, la cloaca cattolica della corruzione, e su l’Opus Dei (tutto opus e niente Dei, mai una parola, anzi a loro la gerarchia ha affidato i posti chiave della organizzazione Chiesa a Roma e a Milano e altrove nel mondo, facendo finta di non sapere, non vedere, non sentire. Mons. Crociata farebbe bene a tirare le conseguenze di ciò che ha detto e di togliersi anche lui di mezzo per inadeguatezza, complicità e correità, in base al principio morale che «è tanto ladro chi ruba quanto chi pare il sacco».
Paolo Farinella, prete
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