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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Il lavoro è un diritto, ma non per la ministra del lavoro
C’è un limite civile, morale e costituzionale. Non solo varano la controriforma sul Lavoro, annullando di fatto i contenuti di civiltà democratica dell’art. 18 nei luoghi di lavoro e peggiorando le condizioni normative, di sostegno, dei precari, dei lavoratori e di coloro che rimarranno senza occupazione, con l’avallo dei partiti che appoggiano il governo Monti: PD, Pdl, Udc e “frattaglie varie”. Non solo annullano i tagli sulle pensioni d’oro, che godono in centomila, “sfogandosi” sui buoni pasto degli statali. Non solo il sottosegretario Paolillo continua la sua bizzarra battaglia contro le ferie dei lavoratori, tralasciando il fatto che nel contesto europeo i lavoratori italiani con una media di 1770 ore pro capite si trovano al settimo posto, preceduti ( si guardi bene) da: Grecia ( 2017), Ungheria, Polonia, Estonia, Turchia, Rep. Ceca. Nei posti migliori si trovano i lavoratori della Germania con 1408 ore e gli olandesi con 1337 ore.
Sostiene, infatti, il ministro Fornero - in un'intervista al 'Wall Street Journal' - : «L'attitudine della gente deve cambiare; il lavoro non è un diritto, va guadagnato, anche con il sacrificio». Sconcerta il fatto che un ministro disconosca la COSTITUZIONE che, all’art. 1 recita: “ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, rafforzando poi la pratica e il concetto nell’art. 4: “ La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro. Sono proprio un’allegra comitiva, presieduta da Monti che tranquillamente rimane in silenzio - avallando quindi -, che non ha mai conosciuto l’arte vera e il sacrificio del lavoro e sul lavoro, la disperazione umana e materiale nel restare disoccupato.
Domenico Stimolo
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