Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino

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Il buon medico non obietta

di Se non ora quando?

Nel 1975 la Corte costituzionale intervenne sulla questione dell’ interruzione volontaria della gravidanza, considerata un reato, affermando un principio fondamentale: quando due diritti costituzionalmente protetti, in quel caso, la tutela del concepito e la salute psicofisica della donna, vengono in collisione, la legge non può “dare al primo una prevalenza totale ed assoluta, negando ai secondi adeguata protezione”.

Da qui l’illegittimità della disciplina sull’aborto volontario allora penalmente sanzionato e l’acceso dibattito pubblico che portò alla legge 194/78 (confermata da un referendum popolare) e al riconoscimento del diritto della donna di ricorrere all’IGV a fronte del pericolo per la sua salute psicofisica.

Ma nel tempo l’applicazione della legge 194 ha visto proporsi un nuovo conflitto: tra il diritto all’obiezione di coscienza riconosciuto al personale medico e sanitario di non eseguire IGV e quello delle donne di ricorrervi entro i limiti stabiliti dalla legge.

Conflitto che si ripercuote pesantemente sulle donne: oggi i medici obiettori sono più dell’80%, l’obiezione di coscienza cresce anche tra gli anestesisti e le ostetriche superando ormai abbandonamento il 50 % e per le donne diventa ogni giorno più difficile riuscire a interrompere la gravidanza, con la conseguenza che si assiste all’aumento degli aborti clandestini o all’utilizzo di farmaci inadatti come il Cytotec con tragiche conseguenze sulla salute delle donne stesse.

Il fronte dell’obiezione sembra poi volersi ampliare anche ai farmacisti rispetto alla pillola del giorno dopo; vede obiettori anche nella somministrazione della RU 486.

Il tentativo fatto dalla legge di conciliare l’autonomia del paziente con quella del medico è fallito.

Noi donne di Se non ora quando pensiamo si debba tornare a riflettere su come conciliare l’autonomia del professionista sanitario con il diritto delle donne, riconosciuto dalla legge, a decidere su se stesse in modo autonomo e responsabile. Come dice la Corte costituzionale, quando due diritti vengono in collisione, non si può dare all’uno assoluta protezione a scapito dell’altro, come avviene oggi in base alle percentuali di obiettori, che in alcuni ospedali raggiungono il 100%.

E allora ci poniamo e poniamo con forza alcune domande:

- è corretto che lo Stato non garantisca l’applicazione di una legge approvata dal parlamento italiano?

- è corretto che lo Stato non renda realmente effettiva la legge 194, garantendo alle strutture ospedaliere, laddove necessita, personale non obiettore in misura adeguata?

- è corretta l’estensione del diritto all’obiezione di coscienza al personale paramedico?

- è corretto che strutture private convenzionate, quindi finanziate con soldi pubblici, non pratichino l’IGV nei loro reparti di ostetricia e ginecologia?

- è corretto che una scelta personale, come quella di obiettare, invece che essere testimonianza “pagata” anche sul piano personale, come avveniva per gli obiettori totali all’uso delle armi, sia invece fatta “pagare” alle donne e magari essere utilizzata per avanzamenti di carriera?

- e infine, la domanda che maggiormente richiede una riflessione complessiva e pubblica sul tema: è corretto che chi lavora in strutture pubbliche possa rifiutare un servizio-diritto della paziente?

 

Senonora quando?  Flavia Piccinelli, Gabriella Liberini, Gabriella Bertola, Donatella Albini, Rosangela Comini, Mariagrazia Longhi Meazzi, Gisella Bottoli, Maria Mantello


 



 

Direttore Responsabile: Maria Mantello 

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