Gaetano Salvemini aveva
definito amaramente il bel Paese "Italia scombinata".
Il Governo tecnico, che poi tanto "tecnico" non e', se si
considerano i tanti strafalcioni di cui siamo stati spettatori -
dall'IMU per la Chiesa,a illusorie "liberalizzazioni" monche in
partenza, all'approssimazione del Ministro degli Esteri, per non
mettere in conto la soave ineffabilita' del Sottosegretario
Martone e il metodo "concertativo" del Ministro Fornero o anche
l'evangelium di un presunto risanamento accompagnato da "rumors"
dei mercati borsistici e dall'impoverimento generale senza
prospettive - continua ad evocare un'Europa in realta'
inesistente:
Un' Europa in cui il Parlamento e' orpello inutile e solo
costoso e i Governi sono discordi, paralizzando Commissione e
Consiglio.
L'Italia "scombinata" non e' uno Stato ,ne' e' parte di una
Federazione ne' di una Confederazione.
In senso borgesiano e' spazio geografico popolato da "abitanti".
Che non riescono ad esprimere alcuna rappresentanza diversa da
un sistema opprimente di partiti che si autolegittimano
occupando tutti gli spazi, non piu' pubblici : frutto di
spartizioni e appropriazioni indebite, tutte "legalizzate".
Gli abitanti non sono riusciti a generare una qualche forma
anche larvale di societa' civile.
Sono clientes di patroni, capibastone, gruppi, fazioni o anche
individui in preda all'isterismo dell'autoreferenzialita',
professionisti dell'"anti".
Per lo piu' si accontentano come gli itacensi che partecipavano
come spettatori al banchetto dei Proci, di briciole seguite da
un calcio nel sedere... avanti c'e' posto!
La crisi della rappresentanza si e' fatta drammatica e forse
insolubile.
Ne' democrazia rappresentativa, ne' alcuna forma reale e forse
praticabile di democrazia diretta!
Ne' partecipativa.
E nemmeno alcuna forma di Mediazione istituzionale tra
Governanti (sgovernanti e semimpotenti) e Governati.
E volgendo lo sguardo oltre Alpe, dal Manzanarre al Reno e sino
al Mare Nostrum, non c'e' di che illudersi.
Occorre ricostruire lo Stato, le Istituzioni, la stessa idea
d'Europa e mancano i mezzi, le forze, lo spirito per cominciare
l'impresa, ne' all'orizzonte si intravvedono nuovi risorgenti
"mille", mentre cresce l'apatia e la sfiducia e i tanti
microconflitti lacerano il tessuto connettivo sfibrato della
convivenza tra persone.
Un Parlamento di autonominati da minoranze non da' corpo alla
rappresentanza, mentre il Governo "tecnico" insegue lo spread
attraverso grafici sempre diversi di un computer gestito da un
server ignoto.
Amara e' la sorte di un popolo non piu' padrone del suo destino,
autocondannatosi a servire.
Verrebbe da dire che ci vorrebbe un Robespierre! o un Felice
Orsini!
O con Giordano Bruno: Svegliatevi dormienti!