Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

 

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL LIBERO PENSIERO "GIORDANO BRUNO" 

Fondata nel 1906

Aderente all' Union Mondiale des Libres Penseurs - International Humanist and Ethical Union

Presidenza nazionale e Presidenza sezione di Roma - Coordinamento Web :

prof.ssa Maria Mantello,


Roma

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Presidenza Onoraria e Sezione di Torino:

avv. Bruno Segre


Torino

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Martone e la casta

di Marina Boscaino*

 

Permettetemi di sconfinare, per una volta. La storia, ma soprattutto l’inspiegabile e impudica protervia di Michel Martone, rappresentano una triste parabola di quest’Italia malaticcia, in cui ce la fai prima di tutto se sei figlio di qualcuno. I meriti oggettivi seguono, optional di lusso. Michel Martone: ricercatore di ruolo, e avvocato, a 26 anni; professore associato a 27, professore ordinario a 29, consulente della Civit – presieduta da suo padre – per 40mila euro, viceministro a 38. Proprio nel ruolo di viceministro, dopo un cursus honorum precocissimo, costellato di successi che è lecito dubitare siano completamente ascrivibili alle sue capacità personali, ha sentenziato: «Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato». Also spracht Martone.
Sullo squallore di questa affermazione sono stati scritti fiumi di parole; sull’incauta spavalderia di questo campione dell’accademia familistica italiana anche. È dell’associazione Precari della ricerca italiana una gustosa ricostruzione della straordinaria e certamente non limpida polverizzazione delle tappe accademiche del suddetto; del fluido accesso a cariche garantitegli oltre che dal babbo potente anche dall’esegeta del merito, il non compianto ministro Brunetta. E proprio dal suo mentore Brunetta – quello che aveva apostrofato i precari come «l’Italia peggiore» – l’impudico Martone ha acquisito quella incapacità di tenere la lingua a posto, tronfio dei propri successi accompagnati dallo sguardo (e non solo) benevolo di papà e dal meritevolissimo privilegio di essere nobili genere natus. In un curioso paradosso, la Civit è la Commissione indipendente per la valutazione, trasparenza, integrità delle Amministrazioni pubbliche: paradosso e paradigma di una classe dirigente innamorata delle parole merito, valutazione, performance, ma incapace di scrollarsi di dosso i privilegi di casta che si tramandano di padre in figlio, senza nemmeno quella decenza minima di evitare esternazioni spudorate. L’art. 34 della Costituzione recita: «I capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». Un viceministro non può dimenticare un principio così limpido. Né considerare la propria realtà privilegiata come la realtà. Né peggiorare la propria posizione specificando che intendeva alcuni 28enni – quelli che non hanno problemi – e non altri.
Come, quando si parla di scuola superiore, si tende a riferirsi al liceo, non possiamo pensare che il mondo-Martone sia il parametro di giudizio per considerare la significatività di un percorso universitario. E non possiamo consentire che, dal morbido della bambagia in cui è vissuto, il nostro immeritevole primo della classe offenda chi ha il solo svantaggio, rispetto a lui, di essere il frutto di una combinazione cellulare meno fortunata. Se i quasi trentenni non laureati sono degli sfigati, mi fa paura ipotizzare come catalogherebbe Martone i cassintegrati ultracinquantenni che in questo momento frequentassero un corso serale alla disperata ricerca di una riqualificazione sociale e culturale, a seguito di un processo di espulsione in nome di flessibilità (dei lavoratori) e profitto (altrui): probabilmente paria.
Sì, è vero. Non si tratta di scuola, questa volta. Si tratta – anche, però – di educazione.


*Articolo originale: C'è casta e casta, Adista, n°11 2012



 

Direttore Responsabile: Maria Mantello 

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