Caro Monti il lavoro non è al servizio
dei banchieri
Si muove bene nei santuari finanziari, dove con grande alacrità e
solenne sobria eleganza si spostano casse di dobloni d’oro in un
battito di ciglia, compreso quelli “recuperati” nei sommersi
vascelli pirata.
Sulle questioni che riguardano i luoghi di lavoro predica male e
razzola peggio. Sono territori a lui, e alla ministra Fornero,
avvezzi alle silenziose aule didattiche, sconosciuti.
Si
corre il gravissimo rischio di confondere l’essere umano,
“attrezzato “di intelligenza, passioni, esigenze di regolare ed equa
vita allietata anche dal pianto del bebè , di lavoro atto per lo più
alla sopravvivenza…… scandito dai flussi musicali dell’ asettica
“monotonia”, cadenzata dai dolci suoni dei ritmi della catena di
montaggio, dai picchiettii del badile e dei saliscendi della
carrucola, dai ticchettii dei veloci tasti di cassa in costante uso
nei moderni luoghi – mostra adusi alla vendita, dai continui e
stressanti appelli propalati nei call center, e tant’altro ancora di
bello e rilassante………… con la scatoletta dei comandi dei robot.
Già, quell’aggeggio, spesso multicolore, alimentato a pile, che
trasmette nell’etere, silenziosamente e senza propalare lettere di
licenziamenti, gli ordini da seguire nel giorno e nella notte, con
breve pausa per ricaricamento dell’energia impacchettata.
Si muovono bene, senza sofferenza e disagia alcuno; non hanno
bisogno di salario e di costosi attrezzi per la prevenzione, di
articolo diciotto e di quella bene augurata mobilità propagandata,
in giro per il mondo, per raggranellare pane e “fortuna”.
Già, la mobilità! Come se lo sradicamento dalla propria terra, dagli
affetti e dalle relazioni correlate, fosse una primizia di primo
pelo, tutta da esperimentare da parte dei, più o meno, “bamboccioni”,
ancora avvezzi, anche in tarda età, a prendere soldo dai genitori e
raschiando le magre pensioni dei nonni.
Con questo dire, Monti sconosce……bontà sua, le tremende rovine che
nel corso dei tanti decenni hanno toccato tanti milioni di persone,
in gran parte sudisti, costretti ad emigrare al nord, in Europa e in
tutte le latitudini della nostra Gaia Terra.
Hanno conosciuto bene e vissuto allegramente le gioie della
mobilità.
Ancor oggi è così! A centinaia di migliaia, operai, diplomati e
laureati, lasciano le natie case, per disperdersi a destra e a
manca.
Sentire profferire su questo, così, tanto per dire, sconoscendo la
nuda e cruda realtà, fa proprio irritare.
Qui, in Sicilia ( ma lo steso vale per tante altre regioni
meridionali), è difficile incontrare genitori che non abbiano figli
laureati che lavorano molto lontano dalla propria città o paese.
Da parte di questi governanti siamo ancora all’unico rimedio, al
tempo del “ parte il bastimento per terre assai lontane….”
Domenico Stimolo
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