Alleanze pericolose
di Sergio Scarpino
La nomina del Governo – Monti rappresenta la sconfitta delle forze
politiche e sociali di rinnovamento e di cambiamento; una sconfitta
che oggi , dopo il caso RAI e la sfiducia al Governo, assume il
momento più significativo nella ricomposizione della vecchia
maggioranza berlusconpadana.
Siamo “ obbligati “ a riconoscere che la pseudo- alleanza “ salva
Italia ( sic!)”, genera da se stessa le condizioni di scarsa
capacità operativa che sono causa principale del suo fallimento.
Nell’indicare i titoli delle riforme è facile constatare che nessuna
seria modificazione di “ struttura” è intervenuta tanto da
evidenziare quelle contraddizioni che rendono impossibile ogni vera
azione riformatrice fino a far intravvedere una possibilità di
rivincita per quei gruppi che mirano, ed hanno sempre mirato,
all’eversione delle istituzioni allo scopo di bloccare, ancora una
volta, le forze democratiche e di restituire il potere alla vecchia
destra berlusconpadana che a molti sembrava in fase di estinsione.
Il PDI non può non ricercare una “ allenza “ se non su una chiara
linea politica-programmatica, una convergenza chiara con le forze
del mondo sindacale, dei giovani, delle donne, dei lavoratori, dei
ceti deboli , degli “ onesti “ , del popolo viola, degli indignados
ed un confronto costruttivo con la “ sinistra”, per trovare al suo
interno una chiara, definitiva linea portante di tutto il suo
potenziale di rinnovamento, laico, costituzionale, di profondo
cambiamento che ne esalti la vitalità e superare le remore di un
falso moderatismo anziché rischiare di trascinare queste “ forze
innovative “ in una pericolosa contrapposizione.
L’ assetto dello Stato e della società italiana non può essere
compiuto da una politica di “inciucio” con le forze della
distruzione berlusconpadane come ritiene possa compiersi dal
Governo-Monti.
Il Paese ha bisogno di un chiaro disegno politico-economico
indirizzato con una chiara programmazione verso obiettivi che
corrispondano all’interesse generale della società – e non a
salvaguardare gli interessi di qualche spregiudicato pseudo-politico
- cioè alle riforme nella direzione delle quali il “ profitto “ deve
essere impiegato non ad accrescere la “ ricchezza” dei pochi ma
furbi-spregiudicati, ma verso quella gran parte del nostro popolo
che non riesce ad “arrivare” ormai alla seconda settimana.
Il PDI non può aspirare d’essere al governo come coogestore di un
compromesso aberrante e scadente al quale la stessa sua “ base “ ne
sarebbe estranea ma come protagonista e corresponsabile nello
stabilire l’indirizzo e gli impegni di lotta democratica.
Sergio Scarpino