GLI ITALIANI
DICONO BASTA AI SANTISSIMI PRIVILEGI DEL VATICANO
di Marco Politi
Gli italiani vogliono che la Chiesa paghi l’Ici. Solo il 12%
appoggia l’esenzione totale. Sarà bene che il governo Monti ne
tenga conto. Perché sacrifici per tutti deve significare
veramente per “tutti”. Non è il proclama di un bollettino ateo.
È il risultato di una seria e ampia inchiesta sulla religiosità
dell’Italia contemporanea, condotta da Franco Garelli uno dei
più importanti sociologi cattolici, già autore negli anni
Novanta di una fondamentale indagine per conto della Conferenza
episcopale.
L’inchiesta rivela che gli italiani sono portatori di una fede
molto individualizzata, flessibile, attenta ai grandi valori
indicati dalla Chiesa cattolica. Ma sono fedeli dotati di grande
realismo nel giudicare gli appetiti economici e politici della
gerarchia ecclesiastica.
Dunque, se l’inchiesta registra un’adesione di principio del 57%
di interrogati al sistema dell’8 per mille per finanziare le
varie religioni (pur mancando spiegazioni e risposte specifiche
sul meccanismo distorto che non rispetto il “non-voto” della
maggioranza degli italiani) sull’Ici l’italiano non scherza:
l’87% non ammette scappatoie perché la Chiesa non paghi,
approfittando di attività economiche agganciate a edifici
religiosi. Il 54,8 afferma seccamente di essere “contrario a
qualsiasi tipo di esenzione”. Il 32,9 l’ammette unicamente per
“edifici a finalità religiosa”.
Finora la Cei non ha mai voluto scremare con una propria
accurata inchiesta interna quanti siano i propri enti che
approfittano di un’interpretazione capziosa delle legge attuale
(che ammette una zona grigia basata sull’esenzione “anche” ad
attività economiche legate a un edificio religioso), mentre i
governi precedenti non hanno avuto il coraggio di limitare le
esenzioni “esclusivamente” alle mura di chiese, cappelle o
conventi. La grande maggioranza della società – lo testimonia F.
Garelli Religione all’italiana ed. Mulino – non condivide
nemmeno la continua richiesta di soldi delle autorità
ecclesiastiche per le scuole confessionali. Il 43% è in linea
con la Costituzione e sostiene che “chi vuole scuole non statali
se le paghi”, mentre un altro 37% ritiene che la scuola “debba
essere soltanto statale”.
Da questo punto di vista gli italiani, che al 70% (tra convinti
e agitati da dubbi) affermano di credere in Dio e che al 65%
sarebbero allarmati se chiudesse la parrocchia di quartiere e
che invitano al 71% la Chiesa di tenere fermi i propri principi,
esprimono poi nel concreto giudizi molto precisi. Il 63% ritiene
che “la Chiesa predica bene, ma non mette in pratica ciò che
afferma”. E due terzi degli italiani sostengono che “oggi in
Italia la Chiesa e le organizzazioni religiose hanno troppo
potere”.
La ricerca di Garelli è estremamente ricca e porta alla luce
molte contraddizioni degli italiani e dei cattolici, suddivisi a
loro volta in: convinti e attivi, convinti non sempre attivi,
cattolici per tradizione ed educazione, infine persone che
“condividono alcune idee del cattolicesimo”. La stagnazione del
pontificato ratzingeriano, che non affronta nodi cruciali della
vita ecclesiale, risalta dai giudizi espressi in merito ad
alcuni tabù del Vaticano. Il 47% è favorevole ad abolire il
celibato (contro il 33 che lo vuole mantenere). Paradossalmente
è ancora minore l’opposizione al sacerdozio delle donne.
Contrari 27%, favorevoli 43, sullo sfondo di un 28% incerto.
Papa Ratzinger da alcuni anni ha perso il consenso della
maggioranza degli italiani. Il suo governo ha provocato una
spaccatura netta. Il consenso nei suoi confronti si ferma al
49,4%.
Il Fatto Quotidiano, 4 dicembre 2011
correlato:
http://www.periodicoliberopensiero.it/news/news_20111121-mantello-monti-e-laicita-dell-ICI.htm