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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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XX Settembre - Non facciamoci travolgere dalle delusioni di Pietro Ancona Il XX settembre di quest'anno coincide con il 150 anniversario dell'Unità d'Italia che facciamo datare dal 1861 ma che in effetti si sarebbe compiuta nove anni dopo appunto con la presa di Roma nella quale dilagarono i bersaglieri attraverso la breccia di Porta Pia. In queste occasioni si fanno bilanci e si tenta di darsi un'idea di che cosa ci è accaduto e come siamo arrivati al punto in cui siamo. Indubbiamente la fine del potere temporale del Papato è stata una enorme conquista ed ha liberato grande parte dell'Italia centrale di una dominazione dello Stato della Chiesa durato per molti secoli. Uno Stato che funzionava usando la forca ed il rogo verso tutti coloro che venivano dubitati nella loro fede cattolica e che nel corso di oltre un millennio era riuscito ad esercitare una influenza enorme su tutte le corti europee fino allo scisma inglese ed alla nascita degli stati protestanti. Il potere della Chiesa diminui in qualche modo dopo la rivoluzione francese e la diffusione della sua cultura in Europa attraverso i movimenti rivoluzionari e le armate napoleoniche. Nel 1849 ebbe vita breve ma molto significativa la Repubblica Romana fondata da Mazzini e difesa da Garibaldi, Mameli ed altri patrioti e che fu stroncata dopo quasi sei mesi dall'intervento della Francia oramai distante dagli ideali rivoluzionari. La Costituzione della Repubblica Romana è il documento più importante, più fulgido del Risorgimento (dimenticato). Ma il bilancio di oggi è del tutto negativo per i valori della laicità dello Stato sempre più sottoposto alla tutela "spirituale" e politica del Vaticano. Il potere di interferenza della Chiesa nella legislazione italiana e nello svolgimento della sua vita politica e sociale è diventato enorme. Noi abbiamo un governo espressione di una classe politica che ama definirsi moderata ma in effetti è estremista nella negazione dei valori della socialità rappresentata da Berlusconi che è quanto di più distante ci possa essere dal cristianesimo. Una persona che mena scandalo ed è diventata imbarazzante per l'Italia che tuttavia gode dell'appoggio delle gerarchie ecclesiastiche che lo proteggono e lo sostengono in cambio dei cospicui finanziamenti che il Vaticano riceve e sopratutto della clericalizzazione della legislazione su punti fondamentali come la nascita, la morte, la sessualità, la donna, la scuola. Il cinismo di questo scambio del cattolicesimo con il berlusconismo è scandaloso e non c'è eccesso amorale della destra italiana e del suo leader che riesca a turbare la gerarchia e schiodare i cardinali dalla loro alleanza. Se da un lato c'è l'alleanza destra-vaticano dall'altro lato l'opposizione presente in parlamento ha rinunziato a qualsiasi rivendicazione di laicità in campi fondamentali come la scuola ed ha un atteggiamento non di critica e di richiamo ai valori del Risorgimento e della autonomia dello Stato ma di concorrenza. Offre alla Chiesa di più e di meglio di quanto Berlusconi oggi garantisce ai cattolici italiani. L'Italia è un paese concordatario a sovranità limitata. Limitata dal Concordato che gli impone degli obblighi pesanti che ne limitano l'autonomia. Nonostante il chiaro orientamento laico e progressista della Costituzione l'articolo 7 costituisce la palla di piombo che tiene prigioniero il Paese. Bisognerebbe abolire l'art.7, una cosa richiesta anche dalla parte più illuminata del cattolicesimo ma che tuttavia non troverà alcun riscontro negli imminenti rimaneggiamenti della Costituzione che probabilmente porteranno ad un aggravio dei pesi della tutela religiosa sulla politica italiana. Non possiamo che essere insoddisfatti. L'Italia affonda nel materialismo del connubio cinico destra-chiesa basato su scambi e sul mantenimento ed estensione del potere. Tutto si può dire della Chiesa Cattolica tranne che sia oggi una centrale di spiritualità in grado di aiutarci a venire fuori dalle gravi difficoltà che ci affliggono. I documenti della Cei apparentemente preoccupati per le questioni del lavoro, del salario, dello sviluppo, del Mezzogiorno in effetti sono soltanto pezzi di carta ai quali non viene attribuito alcun reale significato. Quello che conta per il Vaticano è la gestione dei suoi rapporti con Berlusconi e la sua cricca al potere. La legittimazione che la Chiesa ha fatto delle oligarchie dominanti in Italia e la sua alleanza con esse hanno contribuito non poco alla crisi che stiamo vivendo che è certamente una crisi economica ma che si alimenta dall'assenza di valori, di prospettive, di centri di coesione capaci di dare orizzonti e traguardi.
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