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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Prove di schedatura
di Alvaro Belardinelli
“È dedito
alla masturbazione?”; “Ha avuto vere e proprie esperienze sessuali con
persone del suo stesso sesso?”; “Ha mai avuto aborti?”. I candidati si
guardano smarriti. Un dubbio atroce li assale: quali competenze saranno
richieste per il lavoro che dovranno svolgere? Il test prosegue: “Ha mai
tentato il suicidio?”; “Usa droghe pesanti come anfetamine, cocaina ed
eroina?”. Chi risponde di sì, fronteggia ora un nuovo quesito: “Ha
intenzione di smettere?”. Sempre più dubbiosi, i candidati cominciano a domandarsi se quel posto da dirigente faccia per loro. Alcuni quesiti vanno direttamente a sondare le loro abitudini sessuali. Alcune possibili risposte: “non ho avuto nessuna esperienza sessuale completa”; “la mia vita sessuale si limita alla masturbazione”; “la mia vita sessuale è completamente soddisfacente”; “soffro di frigidità”; “soffro di impotenza”; “soffro di eiaculazione precoce”. Non è un
racconto di Kafka, ma la cronaca di quanto accaduto a Brescia lo scorso
febbraio 2011, quando trenta candidati ad un posto di dirigente si sono
visti somministrare un test “psicoattitudinale” con queste domande ed
altre consimili. La società era La passione per i quiz, in via d’abbandono negli USA,
qui da noi impazza. “Mimate il possibile datore di lavoro alle prese con
la persona in cerca di un posto”. “Se vi dovesse capitare di possedere
500 miliardi cosa fareste?”. “Scrivete un epitaffio per la vostra tomba
per far sì che la gente si ricordi di voi”. Una quindicina di anni fa
furono queste alcune delle domande cui dovettero sottostare alcuni
impiegati della Magneti Marelli ritenuti in esubero e costretti per
questo a frequentare un corso di “autovalutazione”. Il test era stato
preparato da una società di consulenza per la “valorizzazione della
professionalità”. Una lavoratrice si ribellò, la vicenda finì in
tribunale, e il giudice diede ragione all’impiegata, precedentemente
punita dall’azienda per essersi rifiutata di soggiacere a quella
“scientifica” valutazione delle sue “attitudini”. Test di tal fatta,
peraltro, violano platealmente
In questi ultimi giorni si è parlato molto dei quiz INVALSI, piombati su Docenti e alunni della Scuola italiana senza interpellare né Docenti, né genitori, né studenti, e spacciati per rilevazione “oggettiva” degli apprendimenti. Il tutto servirà, un domani, a valutare il sistema scolastico, le Scuole e i Docenti, sulla base delle risposte date dagli studenti ai quiz, dai quali dipenderanno finanziamenti ed aumenti stipendiali. Prospettiva allettante. Finalmente si è trovato un metodo per tagliare le difficoltà della Scuola italiana con l’accetta, come piace all’attuale maggioranza governativa, avvezza a muoversi tra problematiche delicate come porcellane cinesi con la delicatezza di un reggimento di marines. Ebbene, l’aspetto più meraviglioso dei quiz INVALSI è il test finale, quello psicoattitudinale. Esso mira a conoscere dettagli personali sulla composizione della famiglia dell’alunno, sulle sue abitudini, sulla sua condizione sociale. Finalmente sarà possibile schedare i giovani, sapere su quali e quante nuove leve si potrà contare nel mondo del lavoro, fare previsioni sulla loro disponibilità e flessibilità, nonché sui prevedibili profitti ricavabili. Un bel regalo per Confindustria. Finalmente rientra dalla finestra il “portfolio delle competenze”: quella straordinaria trovata di Letizia Brichetto Arnaboldi, seconda moglie di Gianmarco Moratti, imprenditrice italiana, ex Ministra dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca nei Governi Berlusconi II e III, attualmente sindaco di Milano, benefattrice della Scuola italiana, ancorché ingiustamente osteggiata da schiere di perfidi studenti, genitori e Insegnanti comunisti. Ma finalmente il Bene trionfa. E nella Scuola immiserita dai tagli, ma arricchita di test e indovinelli, l’insegnamento sta finalmente per diventare ciò che Confindustria desidera: un allevamento di “menti d’opera emancipate dal pensiero critico” (frase agli atti di un convegno confindustriale tenutosi a Venezia nel 1995). Che, tradotto in italiano, significa cervelli di pollo in corpi umani.
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