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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Berlusconi: la mistica del capodi Maria Mantello Sull’automatismo pulsionale gioca il piazzista pubblicitario che punta a far identificare l’acquirente col prodotto, in una gratificazione esaltante che mimetizza e ingloba nel gruppo. Dove alla mensa virtuale il Narciso mimetico della nostra epoca esalta e affoga la sua individualità: feticcio tra i feticci idolatri in cui si specchia e rispecchia. Un processo perverso di dilaniante illusionismo identitario, che la politica ridotta a pubblicità dell’adorazione del capo alimenta, tenendo sotto scacco analisi e capacità di giudizio. Perché prevalga sulla razionalità la fede. Una mistica del capo che libera dalla fatica del pensare, e narcotizza il peso della scelta. Una fuga dalla libertà individuale che si alimenta e giustifica nel rapporto empatico tra massa e capo, che sapientemente solletica la pulsionalità della rivalsa, a prezzo della delega della Libertà ex-norma per sé. E per questo vuole essere svincolato dalle regole costituzionali. Ecco allora che in questo gioco mimetico di proiezioni identificatorie nel capo, convogliano le diverse strategie oculatamente messe in atto dal grande piazzista pubblicitario-politico, che pretende atti di fede dai suoi affiliati al governo e in parlamento e lancia contro i suoi nemici le campagne di fango e diffamazione, perché non si distingua più verità e menzogna. Ecco allora che quando inchieste giudiziarie lo incastrano nei peggiori dei reati, dopo aver tentato piroette d’ogni sorta, dentro e fuori dal parlamento, il piazzista gioca la carta di buttare tutto in barzelletta. Perché, se tutti ci ridono sopra, non è una cosa seria! Neppure l’accusa di sfruttamento di prostituzione. O quella di corruzione… e tanto altro ancora. Insomma tutto è una roba da cabaret. E non era forse questo spettacolo di massa tanto seguito negli anni Trenta, come ben ha sottolineato nel suo film Cabaret Bob Fosse? I totalitarismi hanno bisogno per restare a galla di indicare nemici collettivi: il negro, l’ebreo, l’immigrato su cui scaricare ancestrali paure, e crisi economiche interne. Nemici immaginari. Distrattori di massa per non far individuare la responsabilità politica, economica e sociale di chi fa leggi e governa. Distrattori tanto più forti e pervasivi quanto più conditi dall’amoralità degli utilizzatori iniziali e finali di persone e cose. Distrattori che il meccanismo identificatorio del culto mediatico del capo alimenta. Ma quando neppure il cabaret fa breccia, il capo mostra il volto aggressivo e feroce. E con urla da piazza-mercato, cerca sempre di esautorare il nemico razionalità, che nel nostro paese ha due baluardi di resistenza consolidati, che non sono né di destra, né di sinistra, ma semplicemente costituzionali: la magistratura e la scuola dello stato democratico. La prima perché non scioglie nessuno dal principio dell’uguaglianza di fronte alla legge. La seconda perché, pertinacemente continua ad essere lo zoccolo duro di coscienza critica nella libertà d’insegnamento e di apprendimento. E per questo fa paura a chi vuole non cittadini, ma sudditi. correlato: http://www.periodicoliberopensiero.it/pdf/periodico-marzo-2011/mantello-editoriale.pdf |
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