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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Politica di potere e ricatti.
L’insegnamento di Tocqueville e il silenzio della Chiesa curiale che
offende i cattolici di Sergio Scarpino «Quando provo ad immaginare in quale sembiante
di dispotismo apparirà nel mondo, vedo una folla immensa di uomini,
tutti simili ed uguali, che girano senza posa su se stessi, considerato
in sé, è come estraneo al destino di tutti gli altri. L’uomo vive solo
in se stesso e per se stesso: e se è vero che gli resta ancora una
famiglia,è altresì vero che non ha più patria: Dopo aver preso, uno ad
uno, ogni cittadino nelle sue spire poderose ed averlo forgiato a suo
libito,il potere sovrano non spezza la volontà ma le ammorbidisce,le
piega e le dirige: raramente costringe ad agire, ma s’oppone sempre a
che si agisca; non distrugge, ma impedisce che i germogli nascano; non
tiranneggia, ma crea piccole difficoltà, comprime, snerva, spegne,
inebetisce, riduce ogni popolo, finalmente, a non essere altro che un
gregge di animali pavidi ed industriosi di cui il governo è il pastore.
Ho sempre pensato che una servitù di questo genere, dolce, regolata,
tollerabile, potrebbe coesistere meglio di quanto di solito si immagina
con qualcuna delle forme esteriori della libertà e che non le sarebbe
difficile stabilirsi anche all’ombra del principio della sovranità
popolare.» (Alexis de Tocqueville 1835) Mai come oggi il pensiero di Tocqueville appare
di una straordinaria ed inquietante attualità: se da un lato il
popolo può tramutarsi in despota ritenendo il volere della
maggioranza un voler assoluto e indiscutibile, dall’altro il popolo si
trova a cedere ai propri rappresentanti un potere illimitato e
incontrollato se non accetta di assumersi la faticosa responsabilità di
vigilare sul loro operato e chiederne rigorosamente conto. Sarebbe stato logico pensare che un ruolo
importante e determinante al rispetto della morale potesse essere svolto
dalla Chiesa che avrebbe il compito di annunciare a tutti gli
uomini il Dio di Gesù Cristo, che ama e libera. E avrebbe potuto
annunciarlo solo se essa stessa fosse un luogo e una testimonianza
credibile del messaggio di libertà del Vangelo. Il rispetto
incondizionato dovuto a ogni persona, l’attenzione per la legalità e la
giustizia, la solidarietà con i poveri e con gli oppressi sarebbero
tutti criteri teologicamente fondamentali che derivano dal vincolo di
osservanza che Si pronunci, finalmente, questa “curia romana“
sulla moralità di tanti uomini di questa maggioranza politica, dia ai
cattolici una risposta chiara e non rifiuti di esprimersi
sulla utilitaristica condanna espressa da questo presidente del
consiglio alla scuola pubblica - che Aldo Moro e De Gasperi ai
tempi della Costituente vollero definire: “ scuola di tutti al servizio
di tutti” - che suona un insulto allo stesso elettorato cattolico – a
quello che crede nel messaggio evangelico – trattato come un cliente.
Con l’umiliante strizzatina d’occhi finale del “bunga bunga”. Sembra la curia romana non volersi
accorgere – e con la sua assoluzione perdoni – ciò che appare
imperturbabile e sovrano :il demoniaco ghigno del “dio denaro”, il
vitello d’oro a cui tutti si prostituiscono, e per il
quale tutti sono disposti a mentire, a rendersi schiavi, a
tramare, a vendere la propria libertà e la propria dignità. Di fronte a
questo miserevole scenario di gente ricca, potente , famosa, ma
sostanzialmente povera e meschina – che questa curia romana considera
diletti discepoli - chi ne esce vittorioso è il “dio denaro” una
quantità smisurata di denaro, con la sua vacua promessa di potere, di
felicità, di eterna giovinezza e di immortalità. È così che le democrazie si trasformano in
governi autocratici :anticamera delle dittature. Ed allora perché tacere
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