|
|
|
Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
| |||||||||||
|
|
| ||||||||||
 Miracoli ... e Pasquedi Francesco Ponzianelli Se si afferma l'esistenza del miracolo, si afferma l'imperfezione di Dio; se Dio deve interferire nella natura che egli stesso ha creato e intervenire per modificare l'errore che ha commesso, cessa l'attribuzione di onnipotenza e di perfezione. Lo stesso vale anche dell'amore che gli si attribuisce per gli uomini. Poichè Dio agisce in base alle preghiere, alla sincera evocazione e devozione e alla fedele dimostrazione di venerazione, lo fà in modo sbagliato perchè privilegia la fedeltà di un popolo invece che di un altro; un singolo piuttosto che di un altro, e poichè sconfitte e malattie colgono al fine tutti gli uomini, buoni e cattivi, giusti e ingiusti, non vedo perchè non dovrei pensare che Dio è ancora più imperfetto se non si cura di tutti i suoi figli e agisce solamente in base a ciò che ritiene buono per sè. (si comporta come un uomo egoista, debole e vanitoso alla sola ricerca del consenso, per affermare la propria esistenza). Ecco allora nascere la Pasqua cristiana (nata dalle ceneri di quella pagana che era almeno più vicina alla verità naturale) che pone il suo centro nel miracolo dei miracoli: esso allude al mistero della resurrezione e che viene ricordata nella liturgia eucaristica come offerta, preparazione e consacrazione del pane e del vino quale reale corpo di cristo. L'allusione alla resurrezione e all'idea di comunione alla passione di Gesù, salva in noi la parte divina e conferisce a chi vi assiste e vi partecipa la speranza di una rinascita, una vita nuova, divina e santa. E' quell'idea di Dio che interviene nelle cose e nell'eterna vicenda della morte e della resurrezione e chi si immedesima e chi si mette in comunione con la passione di Dio può conquistare la vita eterna. La chiesa tiene particolarmente alla festività ed attua sistematicamente con messaggi subliminali facendo presa sugli antichi bisogni e paure che le risveglia, le coltiva e le amplia e, che con la sua forza penetrante gli estende e gli compenetra nel profondo intimo della comunità, rendendo collettiva la coscienza in cui solo la ricerca del creatore è la giusta misura di realizzazione del proprio destino. Detto questo non esito affermare che Dio è il riflesso dell'insieme e quindi indistinto e confuso, e dunque inconsapevole del precario stato d'animo dell'uomo. |
|||||||||||
 |
