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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Berlusconi sulla Scuola dello Stato. Parole inquietanti di Antonia Sani L’Associazione Nazionale “Per la Scuola della Repubblica” giudica gravi e disarmanti le parole con cui il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha voluto infangare pubblicamente la Scuola dello Stato e il lavoro degli insegnanti che in essa operano con impegno quotidiano navigando a vista tra tagli e precarietà. Gravi, poiché Silvio Berlusconi ha dimostrato pubblicamente di ignorare la funzione della Scuola dello Stato che è lo strumento principe attraverso cui la Repubblica assolve al compito affidatole dal’art.. 3 della Costituzione: rimuovere gli ostacoli all’esercizio della cittadinanza Essa, infatti, ha tra i suoi fini prioritari la rimozione delle disuguaglianza economiche e sociali, e la promozione del rispetto di quel pluralismo delle culture che trova il suo dispiegarsi nella libertà d’insegnamento dei docenti e nel confronto rispettoso dei patrimoni culturali di cui ciascuno è portatore Questa sua funzione formativa, stabilita nell’art.33 della Costituzione, dovrebbe essere recepita , stimata e difesa in primo luogo da chi ha giurato fedeltà alla Costituzione e ha il compito di guidare il Governo: è quindi grave una simile lacuna nella concezione politica di chi ricopre questa carica istituzionale di un paese democratico. Disarmanti sono le parole usate, poiché rivelano un uso strumentale di concetti che ben si sanno ancora radicati in una vasta fascia sociale : il richiamo alla “famiglia” che non vedrebbe i figli educati nella scuola pubblica secondo i propri principi, (dando per scontato che “tutte le famiglie” professino gli stessi principi) messi in crisi dagli insegnanti “comunisti” facendo appello ai valori “tradizionali, “rassicuranti”. E’ evidente che tutto viene sacrificato alla ricerca del consenso, compreso il valore della Scuola dello Stato, che mira alla formazione dello spirito critico, all’acquisizione della libertà di coscienza, delle giovani generazioni educandole proprio alla condivisione della cittadinanza, fuori dal chiuso delle cerchie familiari. |
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