Altri 245 milioni alla scuola privata. Una vergogna anticostituzionale
di Ezio Pelino
Alla scuola statale, all’università, alla ricerca tagli inauditi; alla scuola privata, in maggioranza cattolica, il raddoppio dei finanziamenti. Da 130 a 245 milioni. E sui giornali nessuna indignazione, appena due righe. È diventato normale che si violi in proposito la Costituzione, l’hanno fatto tutti i governi, di centro-destra e di centro-sinistra. Ma nelle circostanze attuali, la politica dei due pesi e delle due misure è più che scandalosa, è indecente. Evidentemente, in vista delle elezioni prossime venture, si vuole che la “contestualizzazione”, dalla bestemmia sia estesa al bunga bunga e dintorni.
E la Costituzione continua a parlare al vento. È allo Stato che affida, infatti, un ruolo centrale, necessario e insostituibile, quello di assicurare in ogni angolo del territorio nazionale la presenza e il funzionamento di scuole di ogni ordine e grado. Ed è lo Stato che garantisce i valori condivisi, nel pluralismo culturale e ideologico, nonché l’effettiva apertura a tutti. Ad enti e privati, la Carta riconosce il diritto ad istituire scuole e, avendone i requisiti, il diritto alla «parità», ma le loro iniziative sono aggiuntive ed eventuali e, pertanto, devono essere assunte in proprio, «senza oneri per lo Stato», cioè senza spese per la collettività.
Oggi come ai tempi di Dante: «le leggi son ma chi pon mano ad elle»?