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E' l'indifferenza contro la violenza alle donne che va sgretolata
Clelia Mori
Quasi dappertutto si parla giustamente della violenza alle donne e della sua insopportabilità. Ma se ne parla ancora troppo come se fosse una violenza neutra, che piove dal cielo. Quasi soprannaturale. Almeno io la sento così, quando i discorsi si fermano troppo alle vittime.
E la violenza neutra non è! Se lo fosse sarebbe praticamente inutile manifestare. Se lo fosse sarebbe un dato naturale indistruttibile. Se lo fosse sarebbe come i terremoti, a cui non puoi opporre nessun tipo di intelligenza, perché nascono fuori dalle intenzioni umane. Se lo fosse dovremmo accettarla così com�è. Ma la violenza così, non lo è proprio. Lo sappiamo da sempre e le femministe in particolare. Ma gli altri e le altre non lo sanno con sicurezza profonda. Spesso pensiamo si possa anche non dire. Non tirarla fuori. Inquieta affrontare la sua non neutrità.
Invece ha un luogo e una paternità di nascita, quella sulle donne in particolare: maschile. Ed ha un silenzio sempre maschile nei partiti e nei cleri quando si tratta di guardare in faccia gli autori della violenza. Ancora oggi. Un silenzio che nel 2006 si incrinò con il Manifesto di alcuni uomini, che raccolse più di un migliaio di firme, contro la violenza maschile alle donne che aveva un titolo molto significante La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini . Quegli uomini non violenti avevano smesso di fuggire da quel grumo che sta dentro ogni uomo e lo guardavano in faccia. Prendendo le distanze anche dagli altri non violenti, ma comunque silenziosi che non sanno affrontarsi tra loro, pubblicamente, per disconoscerla.
Quegli stessi uomini rompevano nel 2006 un cerchio di omertà maschile. Un simbolico nuovo maschio, molto differente e importante per la libertà degli uomini dal grumo della violenza, iniziava a vedere la luce.
...E�la neutralità il dato eclatante da sgretolare che resiste ancora imperterrito in molti cuori maschili e femminili intorno a questa giornata e ai suoi fatti, nonostante si sia aggiunto l�aggettivo maschile alla parola violenza, quando se ne parla. ...C�è un errore delle donne sulla neutrità ancora attuale della violenza, che dovremmo guardare meglio come donne? Credo di sì. E�quello di sentire la violenza sull�altra non anche come sua. Ma solo della vittima. Solo così credo si possa accettare che non si scopra politicamente e clericalmente il sesso dell�autore. E� su questo che forse dobbiamo lavorare per uscirne. E� su questo che le donne devono ancora camminare sul terreno della loro identità laica.
(fonte: il paese delle donne)
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