Grida scomposte della CEi contro la Magistratura che ricorda che lo Stato è laico e la fede non va a punti!
di Domenico Mazzullo
«L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità che egli deve imputare a se stesso. Minorità è l'incapacità di servirsi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stessi è questa minorità se la causa di essa non dipende da difetto di intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e del coraggio di servirsi del proprio intelletto senza essere guidati da un altro. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza! – è dunque il motto dell'illuminismo. Sennonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà, e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: “Non ragionate” - L'ufficiale dice: Non ragionate, ma fate esercitazioni militari. L'impiegato di finanza: Non ragionate, ma pagate! L'uomo di chiesa: Non ragionate, ma credete.» (Immanuel Kant, Risposta alla domanda: che cos'è l'Illuminismo?)
Ricordo molto bene questa passo di Immanuel Kant, dai tempi, ormai molto lontani del Liceo.
Ricordo l'emozione che suscitò in me, già da allora, per la sua lucidità e incisività di forma e per i contenuti, che ancora ispirano ed illuminano il mio pensiero e le mie azioni, i miei ideali, nella vita e nella mia professione, che poi coincidono.
In questi anni ho molto letto e ascoltato a proposito di Illuminismo, ho visto molti aggettivi associati a questo, a illuminarlo, esplicarlo, inserirlo storicamente, giudicarlo, criticarlo anche in alcuni suoi aspetti e conseguenze, ma mai, dico mai avevo sentito, o visto collegare al sostantivo "Illuminismo", l'aggettivo "bieco", come invece ha fatto ora la Cei (Conferenza Episcopale Italiana) che non rinunciando ancora una volta ad intromettersi negli affari nazionali della nostra Italia, ha violentemente criticato e censurato la sentenza del Tar del Lazio del 17 Luglio scorso, che sostanzialmente ha accolto il ricorso di ventiquattro soggetti, tra cui Chiese evangeliche, valdese, luterana e l'unione comunità ebraiche, contro l'ordinanza dell'allora ministro Fioroni della PI (governo Prodi), ritenuta discriminatoria.
La sentenza del Tar del Lazio sancisce, in poche parole, che l'ora di religione non fornirà crediti e i docenti non potranno partecipare, a pieno titolo agli scrutini.
Anche se non sono esperto di Diritto, ma con la logica terra terra di uomo qualunque, mi sembra evidente che tale sentenza del Tar riporti la questione nell'ambito e nell'alveo di un lapalissiano concetto di giustizia, che però sfugge, o vuol essere proditoriamente ignorato, come molte altre volte, dalla Chiesa cattolica. Questa per bocca della Cei, rappresentata dalla voce di monsignor Coletti, ha definito vergognosa la sentenza del Tar, mentre il ministro Gelmini, attuale titolare del Dicastero della Pubblica Istruzione, ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato.
Sinceramente non conosco, né immagino le ragioni del ministro Gelmini, mentre sono certo di conoscere e immaginare le ragioni della Chiesa cattolica, che si oppone strenuamente e proditoriamente ad ogni tentativo legittimo e sacrosanto di laicizzazione dello Stato italiano e di realizzazione di quella eguaglianza di ogni cittadino, credente o meno, sancita dalla nostra Costituzione.
Espressione e prodotto di "bieco Illuminismo" è stata definita dalla Chiesa cattolica tale sacrosanta sentenza; Chiesa cattolica, che quando si sente minacciata nelle proprie prerogative, nel proprio potere e nella propria volontà di coercizzare e soffocare le libere coscienze e il libero pensiero, cala finalmente la maschera e rinunciando agli ipocriti sorrisi e alla ipocrita e falsa benevolenza, cui è abituata e ci ha abituato, finalmente, dicevo, cala la maschera e mostra i denti, pronti a mordere e ad azzannare chi a lei si oppone con la forza della ragione e del diritto.
Comprendo bene e credo non sia necessario possedere la acuta intelligenza di un Einstein, di un Galileo, di un Newton, di un Leonardo, di un Giordano Bruno, di un Voltaire, per intuire come per tale chiesa il vero, grandissimo, acerrimo nemico, sia rappresentato, non dall'ateismo e dal materialismo, come invece si vorrebbe far credere, ma da quell'Illuminismo, da quel libero pensiero, da quella libertà e volontà di usare liberamente la propria ragione, da quella "assurda pretesa" dell'uomo di ragionare con la propria testa, di determinare liberamente il proprio destino e non piuttosto dover soggiacere alla volontà di altri che, senza nessun merito e nessun valore in più, vorrebbero insegnargli come e cosa pensare, sostituendosi, anche con l'uso della forza, alla propria libera coscienza.
Ecco allora spiegato facilmente il significato dell'aggettivo "bieco", fatto precedere al sostantivo "Illuminismo".
Per chi vuole coercizzare la libertà di coscienza, l'Illuminismo è sempre stato, è, e sarà bieco, nella sua volontà e determinazione, di illuminare e liberare il pensiero e la coscienza dell'Uomo.
Alla luce di tali pronunciamenti dobbiamo pensare che la battaglia di Giordano Bruno, di Galileo Galilei, di Keplero, di Lutero, di tutti gli "eretici" che sono finiti sui roghi della Santa Inquisizione sono state inutili? Ma anche quelle di Cavour: "libera chiesa in libero stato"? E ancora le battaglie di Garibaldi, di Mazzini, dei Patrioti della Repubblica Romana? Repubblica, che seppure per pochi mesi riuscì a liberare Roma dall'iniquo potere temporale del Papa, ma la cui Costituzione ha fornito il modello ispiratore della nostra attuale Costituzione repubblicana.
Dobbiamo pensare che la battaglia per la Libertà non è ancora finita, anche se si combatte sugli stessi fronti, ma con modalità diverse.
Si combatte con modalità che la rendono più difficile, più sottile, più complessa, più insidiosa, perchè il nemico, come suo solito, non combatte in campo aperto, ma si insinua, si nasconde, si mistifica, si mimetizza e assume vesti e sembianze che lo rendono meno riconoscibile e per questo più temibile, si serve di alleati sottomessi e asserviti che a volte addirittura inconsapevolmente, ne assecondano gli intenti.
Pensavamo che i Bersaglieri a Porta Pia, il XX Settembre 1870, avendo liberato Roma e avendo posto fine, di fatto al potere temporale della Chiesa, avessero posto le basi di uno Stato italiano finalmente libero e laico, ma così non è stato purtroppo, anzi ci rendiamo conto ora che, liberata dalle pastoie di un potere temporale, la Chiesa è ancora saldamente detentrice di un potere ben più forte e temibile, quello sul pensiero e sulle coscienze, che ancora ahimé stentano e faticano a liberarsene per rendersi autonome e indipendenti.
Non ci stupisce quindi che la Chiesa tenga tanto a far sentire la propria presenza e la propria influenza sul mondo della scuola e della educazione. E' lì che si formano le coscienze. E' lì che essa cerca di esercitare per prima il proprio pesante condizionamento.
Una coscienza che in quei primi anni di vita non impara ad essere libera, ben difficilmente riuscirà a farlo in seguito.
Per questo la nostra vigilanza e la nostra opposizione ad ogni forma di asservimento e condizionamento, proprio lì deve essere particolarmente attiva e presente, proprio lì deve essere presente il nostro "bieco" Illuminismo.
In uno Stato laico, in uno Stato in cui tutti i cittadini dovrebbero essere uguali, secondo quanto dettato dalla Costituzione, perchè gli insegnanti di religione, nominati direttamente dal Vescovo, debbono essere de jure, considerati di ruolo, mentre gli insegnanti di tutte le altre discipline debbono sostenere dei selettivi concorsi, rimanendo spesso precari a vita?
E' bieco Illuminismo opporsi a questa ingiustizia?
Domenico Mazzullo