Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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Fini e la laicità

di Maria Mantello

 

 

«Il Parlamento non deve fare leggi orientate da precetti di tipo religioso».

Lo ha detto il 18 maggio il presidente della Camera Gianfranco Fini in visita a Monopoli (Bari) ad un incontro con gli studenti dedicato alla Costituzione.

Non è la prima volta che Fini interviene in difesa della laicità. Così, dopo aver riconosciuto i valori della Resistenza e dell'antifascismo, si consuma lo strappo definitivo con la destra fascista e post fascista, ferrea alleata del Vaticano.

Non è la prima volta che Fini contrasta leggi confessionali affermando la laicità dello Stato. Contro la legge Calabrò sul testamento biologico. Contro i provvedimenti nel 'pacchetto sicurezza' su medici e presidi-spia, che si sarebbero dovuti trasformare in capi-ronde a caccia di clandestini.

Un vero schiaffo in faccia a chi tra i suoi ex camerati fa ancora battutacce sui gay, lo ha poi dato ricevendo alla Camera i rappresentanti delle comunità omosessuali. Un incontro, che nella sua portata istituzionale, riapre anche le aspettative sul riconoscimento delle coppie di fatto.

I segnali laici del Presidente della Camera sembrano andare tutti nella direzione dell'estensione di diritti e libertà, individuando con chiarezza le forze reazionarie che li contrastano. E non possono non essere visti come un monito al Parlamento e alle Istituzioni statali per rimuovere gli ostacoli che limitano dignità e sviluppo individuale. Proprio come la laica Costituzione democratica prevede all'art 3.

Ma ecco pronta la replica confessionale. Monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della pontificia accademia per la vita ha infatti detto: «I temi sui quali il mondo cattolico intende portare il suo contributo  non sono definibili come precetti religiosi, perché riguardano i diritti fondamentali dell�uomo, sono iscritti nella natura umana, difendibili con la ragione e iscritti anche nella Costituzione».  Siamo alle solite! Insomma si nega all�essere umano il diritto ad autodeterminarsi nel rispetto delle altrui autodeterminazioni, perchè ingabbiato in una supposta idea di natura. Eterna ed immutabile, frutto di un supposto disegno creazionistico. Confessionalmente interpretato. E questa volta, per giunta, si cerca di appiattire anche la Carta costituzionale su quel disegno. A monsignor Sgreccia fa eco l'impagabile Buttiglione, che riafferma tutto il rigore dell'obbedienza al precetto, dando per scontato che sia vero in quanto tale: 'Noi -dichiara- non diciamo mai che una cosa è vera perché lo dice il Papa. Semmai diciamo che il Papa la dice perché è vera, e ci impegniamo a dimostrarlo con argomenti ragionevoli». In breve: prima devo credere e poi cerco di darmene una ragione. Non un passo avanti dal Credo ut intelligam, non intelligo ut credam (Credo per comprendere, non comprendo per credere) di agostiniana memoria.  

Alla carica anche Paola Binetti, militante dell'Opus Dei, nonché esponente del Pd: «Nessuna legge può servire il bene comune ignorando la dimensione trascendente dell'uomo'. Anche per la cattolica senatrice dunque, il punto di riferimento sono i padri della Chiesa. Con s. Agostino, infatti sostiene che il tempo  è quello dell'escatologia cristiana. Ovvero viatico per regno dei cieli. Ma forse qualcuno dei compagni di strada di Binetti -quelli del  Pd,- dovrebbe ricordare alla signora che lo Stato laico va da un'altra parte. Quella del diritto di ciascuno - e di tutti - a non vedersi imporre un sistema di fede per legge. E questo è una tutela anche per i cattolici praticanti. Perché se vincessero un giorno dei vegetariani integralisti, forse potrebbero vietare, per via della transustanziazione,  finanche la santa comunione. Come si vede vale ancora il sano orientamento kantiano dell'etica laica: non posso imporre agli altri, più di quanto gli altri possono imporre a me. Altrimenti detto: non fare agli altri quello che non vuoi che gli altri facciano a te!

 

Maria Mantello


 

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