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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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LA PIOGGIA NEL PINOCCHIETOdi Solofiele T’Annunzio
Zitta un po’! Dal portone del Palazzo non odo sillabe che farfugliano umane; ma odio idiozie non nuove che parlano un passato creduto lontano. Ascolta. Piove Dalle tivvù sparse. Piove sulle menti desertificate assatanate riarse, piove sui cittadini imbarbariti individualisti anodini, piove sui neofascisti divinizzati, gaudenti, sulle ganasce sorridenti dei mafiosi prosciolti, sui congressi folti di arrivisti maleodoranti, piove sui nostri volti atterriti e sui loro grugni, piove sui nostri pugni serrati e celati nelle tasche, sui nostri mascheramenti malsani, sugli spinosi divani sui quali la tivvù ci tortura, su l’allegra iattura che per quindici anni c’illuse, che oggi t’illude, o Itaglietta.
Odi? La propaganda perfetta cade su ciò che rimane del libero pensiero, con un applauso che perdura e inquina questo cielo nero di spazzatura e intorno si effonde con le ronde, e nessuno risponde. Ascolta. Risponde al canto il pianto delle civette, delle nullità inette, di chi le elezioni perdette senza misura, in un triste declino. E il missino dà un voto, e il longobardo altro voto, e il riciclato altro ancora, stromenti diversi sotto le medesime dita. E immersi noi siam nello spirto pedestre, d’illusorio video viventi; e il tuo encefalo ebro è molle e colliquato, e le tue chiome si cromatizzano come vuole la pubblicità, o creatura extraterrestre e negletta, Itaglietta.
Ascolta, ascolta. L’accordo delle cicale di regime a poco a poco ci assorda, ci sfa, sopra il pianto che cresce; uno sghignazzo vi si mesce più roco, che di laggiù sale dalla gola dei soliti noti. Più forte e più roco ci allenta, ci spegne. Monotona nota ci trema, ci spegne; risorgi, ma tremi: ci spegne.
Non s’ode voce popolare. Or ode l’italica sponda crosciare di miliardi la pioggia immonda, il croscio che varia nelle saccocce dei padroni d’Italia, più ricchi, men ricchi, ma da sempre, pur sempre straricchi. Ascolta. La dignità antica è muta: e la libertà d’un tempo lontano, ricchezza del popol sovrano, perita è nell’ombra più fonda, chi sa dove, chi sa dove! E piove su i tuoi nuovi balilla, Itaglietta.
Piove sulle tue bandiere nere sì che par tu pianga, ahimè, di piacere; non più verde, rossa e bianca, ma tornata al nero quasi fosse niente, par da ogni logica tu esca. E tutta la vecchia sozzura è in noi fresca, aulente, putrescente, il cuor di bassi istinti si fa esca corrotta; tra bastoni e catene il nostro rampollo più imberbe dà fuoco ai deboli e li lascia stecchiti tra l’erbe. E andiam di disfatta in disfatta, or prescritti or prosciolti (e il verde leghista rude ci rende malevoli, ci affumica gli occhi), chi sa dove, chi sa dove. E piove su i politici ladri, colti sul fatto ma tranquilli sui loro divani, piove sui potenti e sulle loro mani
sudice e ignude, su i ripensamenti di chi finge d’opporsi oggi come ieri, sugli ignobili pensieri che la tua sporca anima schiude e che ogni principio smantella, su la menzogna bella che, come ieri c’illuse, oggi ancora t’illude, o Itaglietta.
Solofiele T’Annunzio1° aprile 2009
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