Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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Testamento biologico e laicità dello Stato. Il no di Fini ad una legge - precetto

di Maria Mantello

Gianfranco Fini sta realizzando ormai da tempo una interessante operazione di compiuta democrazia. Prima ci sono state le dichiarazioni pubbliche sul fascismo male assoluto e il riconoscimento del valore fondante della Resistenza per la nostra Repubblica democratica. Adesso l’affermazione della laicità come baluardo di libertà e giustizia contro ogni forma di stato etico. Non è cosa dappoco per chi viene dall’ex MSI, erede del fascismo, che proprio sull’alleanza trono-altare quello Stato Etico aveva edificato. "La laicità è separazione delle due sfere, dello Stato e della Chiesa", ha detto il 28 marzo Gianfranco Fini ai congressisti  riuniti alla Fiera di Roma per la nascita del Popolo della Libertà. Ma il passaggio più incisivo per l’affermazione della laicità dello Stato c'è stato quando ha condannato senza appello la legge sul testamento biologico, che il Parlamento sta per approvare: “Siamo proprio sicuri –ha detto- che il ddl sul testamento biologico sia davvero laico? Quando si impone per legge un precetto, si è più vicini ad una concezione da Stato etico, che da Stato laico”. Una sveglia agli “amici” presenti, ma anche a quei politici di “opposizione”, che sulla questione hanno votato allineati al precetto.

Fini ha richiamato tutti al dovere di tutori della libertà democratica. Della laicità dello Stato sancita dalla Costituzione. E’ questa infatti il baluardo dell’appartenenza nella cittadinanza democratica, e non i precetti del catechismo! Questo in pratica il senso delle sue parole, che non a caso qualche sobbalzo in sala hanno prodotto. Sono state una doccia fredda, soprattutto per chi ancora fino a qualche momento prima reiterava proclami in difesa di quella legge – precetto, che adesso il Presidente della Camera dichiarava pubblicamente clericale. Molti congressisti devono essere caduti in stato confusionale. E qualcuno, forse, deve aver pur pensato che per il “Partito del Popolo della Libertà”, è un po’ strano negare in nome del popolo sovrano, il fondamentale diritto civile alla libertà di ciascuno di essere l’insindacabile padrone della propria vita. Sempre. Anche e soprattutto quando non si è in grado di far sentire la propria volontà, perché malati. E prospettando anche l’evenienza di trovarsi nella condizione di non capire più nulla, si delega la voce del proprio diritto di scegliere ai propri cari, ai propri fiduciari. Questo il significato del testamento biologico, che una legge –precetto sta vanificando. Scippando il malato della sua volontà di scegliere. Facendolo diventare ostaggio del precetto che un medico di turno gli potrà imporre. Fini ha avuto il merito di ricordare in effetti che proprio lo Stato laico salva ognuno dall’ingerenza dell’altro. Un principio che non è messo ai voti, perché è il patto fondativo della libertà democratica. Nel suo valore della reciprocità di non poter imporre all’altro il proprio precetto.

Per questo il disorientamento nel popolo della Libertà, almeno sul momento, deve essere stato forte. Molti evitavano le telecamere o se messi alle strette rispondevano meccanicamente un “ci penseremo”. Berlusconi, dal canto suo, ha elogiato Fini. Forse con le elezioni alle porte deve aver considerato che il sentimento di laicità tradito ha prodotto tanti orfani di partito. Ma di questo, a sinistra,  hanno qualche sentore?

 

28 marzo 2009

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