Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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NEL SILENZIO E NEL DISINTERESSE GENERALE  VIENE SOPPRESSA  DEFINITIVAMENTE  LA SCUOLA CHE FUNZIONA MEGLIO IN ITALIA

 

            Mai, a mia memoria (e ho 40 anni di servizio nella scuola elementare!) ricordo un rientro a scuola dopo le vacanze di fine anno più triste e disorientato di quello odierno.

           Il Regolamento attuativo della legge 169, quella nata dalla conversione del DL 137 del

1° settembre 2008 ratifica, di fatto,  la definitiva morte della scuola primaria, così come l’abbiamo vista crescere in circa 30 anni.

          Non ci si lasci illudere dalla possibilità, contemplata nel Regolamento, di poter scegliere fra le 24, 27, 30 ore o le 40 del Tempo Pieno:   in primo luogo  perché si tratta di una scelta che le famiglie faranno al buio, in febbraio, ma il cui accoglimento da parte delle scuole dipenderà dalla quantità di posti in organico che, a giugno, verranno  effettivamente assegnati; in secondo luogo perché, come ha chiarito il Ministro Gelmini, le famiglie sceglieranno solo l’orario, non il modello scolastico, essendo quest’ultimo deciso drasticamente al centro dal Ministro stesso: un maestro prevalente, più tanti segmenti di orario quanto le scuole potranno reperirne, fino al raggiungimento della quota più vicina a quella richiesta: un maestro, una maestra “costellati” da tanti interventi “minori” di docenti il cui carico di responsabilità verso gli alunni sarà inevitabilmente molto ridotto.

        E tutto questo, sulla base di quanto sembra leggersi nel Regolamento,  non riguarderà  soltanto le prime classi, ma  tutte, fino alle quinte.

        Sarà fatto obbligo, quindi, alle Scuole, di modificare  l’organizzazione didattica anche  per gli alunni che hanno iniziato i percorsi scolastici nei precedenti anni.

       Si dovranno  utilizzare in modo diverso le ore di cattedra di tutte  le insegnanti; probabilmente si   romperà  l’unitarietà di tale orario  (il Regolamento prevede addirittura che si possano istituire cattedre ad orario ridotto) e  si obbligherà  ogni docente  ad intervenire su  più classi,  utilizzando i propri  spezzoni  di orario : ci troveremo, con ogni probabilità di fronte alla necessità di “secondarizzare” la scuola elementare .

        Una sola cosa è certa: “ non vi saranno più ore di compresenza di due docenti in una stessa classe!” ha affermato  perentoriamente il Ministro.

         Chi parla così dimostra, purtroppo, di non sapere niente della scuola elementare (o primaria che dir si voglia).

          In nessun caso e in nessuna scuola vi è la presenza contemporanea di due o più docenti in una stessa classe: la sovrammissione di orario che si produce sia nel modulo che nel tempo pieno (dalle 2 alle 4 ore al massimo in  ogni settimana) viene rigorosamente utilizzata per attività in cui gli alunni  vengono divisi in piccoli gruppi, della stessa classe o di diverse classi,  per far loro realizzare attività di laboratorio, di ricerca guidata, di approfondimento, ovvero per percorsi individualizzati  e di recupero per quelli  in difficoltà .

            Gli/le insegnanti si distribuiscono sui piccoli gruppi e li seguono, spesso sulla base delle specifiche  competenze acquisite negli anni e durante la prima formazione: nessun docente spreca tempo o rappresenta un costo  inutile per la collettività!

        In un solo caso le/gli insegnanti sono insieme  sulla unica classe: quando si effettuano visite guidate fuori della scuola o campi scuola o visite a musei : ma in questo caso sfido qualunque persona ragionevole a   pensare che queste siano attività in cui un  docente, da solo,  possa seguire un gruppo di 25/27 alunni!

       Anche in presenza di docenti “specialisti” (quelli di Religione Cattolica o di Lingua Inglese, quando quest’ultima non è affidata all’insegnante di classe) i titolari  sono utilizzati con altri gruppi di bambini: quelli della classe che non si avvalgono dell’insegnamento di RC e che non possono certo essere abbandonati a sé stessi!, oppure alunni di altre classi per i quali sia necessario, come si è detto sopra, organizzare percorsi di rinforzo didattico.

       Sono  proprio queste possibilità  di operare con attenzione ai singoli  alunni  e di realizzare una scuola attiva  e operativa che fanno la qualità della scuola elementare italiana, i cui alunni sono  ancora ai primi posti (e ci dispiace per il Ministro!!)  come risulta  dalla pubblicazione degli esiti  della ricerca TIMSS, per le Scienze e per la Matematica, in Europa, davanti agli alunni dell’Austria, della Francia, della Danimarca!!

        Anche  i tempi dello scambio didattico e pedagogico fra gli adulti del Team,  le 2 ore non frontali previste all’interno dell’orario di servizio dei docenti della scuola primaria   rappresentano un forte elemento di qualità perché   che prevengono la frammentazione degli interventi dei singoli insegnanti  e favoriscono la  ricerca di strategie più adeguate per ottenere risultati con ciascun alunno.

       La scuola primaria e la scuola dell’infanzia nascono come scuole in cui si fa ricerca e in cui non ci si limita a fornire pillole di sapere disciplinare o mere strumentalità  (ben diverso è il risultato legato alle   “competenze” che si intende far raggiungere a ciascun bambino nei diversi ambiti disciplinari)

        Con la legge 169 (mi rifiuto di chiamare Riforma una simile schifezza!!!) perderemo i laboratori, le attività di rinforzo, di recupero, di sviluppo, le possibilità di garantire  a ciascun alunno i “propri”  tempi di sviluppo e di apprendimento.

        Svolgeremo  attività per lo più frontali,  rivolte all’intera classe,  realizzate principalmente con il supporto del libro di testo, ma  impoverite degli aspetti di scambio cognitivo fra i bambini e del fare intelligente legato alla  operatività e all’esperienza diretta sulle cose.

        A completamento di tutto questo,  la legge ci impone quella vera e propria “perla” rappresentata dalla valutazione in voti, con la scala decimale, che ci farà buttare a mare anni ed anni di riflessione sul tema delicatissimo della valutazione formativa e degli strumenti  attraverso i quali le scuole devono imparare a  comunicare con sempre maggiore efficacia non solo i risultati finali alle  famiglie, ma anche a  rendere consapevoli gli stessi  alunni dei miglioramenti, dei percorsi compiuti e di quelli ancora da compiere,  dei descrittori e degli indicatori che stanno dietro ad ogni valutazione di risultato, dei test e delle prove attraverso i quali si sono realizzati gli accertamenti di abilità e competenze …

       Come ridurre tutto questo seccamente a un 2 o ad un 5?

        Ed è corretto e utile schiacciare un alunno ancora molto piccolo ad un risultato fortemente insufficiente dichiarato con un voto molto basso?

       E poiché  la scala decimale va usata tutta, come far accettare  ai genitori il senso dei voti più bassi, senza che si producano inutili ansie o frustrazioni?

       Che dire, infine, di un Ministro che annulla tutti gli spazi di  autonomia che una legge costituzionale, il DPR 275,  riconosce alle singole Istituzioni scolastiche,  e che si permette di definire  nei dettagli l’utilizzo del tempo e l’organizzazione della didattica?

       Con questi problemi nei nostri  cuori e nei nostri  cervelli di insegnanti  affrontiamo l’anno che entra: offese e offesi dal totale disprezzo di un Governo ignorante e arrogante  che non ha ritenuto di doversi confrontare con nessuno dei “padri saggi” della Pedagogia italiana, né con quella grandissima parte (la maggioranza!) di noi  insegnanti e  che quotidianamente affrontiamo con  competenza,  piacere, gioia e orgoglio il  nostro  splendido  e faticoso lavoro.

       Per sopprimere, tagliare, ridurre, ci hanno offesi nella nostra professionalità e hanno dichiarato che  noi docenti e persone di scuola siamo dei frustrati e che la scuola  italiana ha totalmente fallito la propria missione. Hanno quindi  utilizzato come armi contundenti i risultati (peraltro parziali e, nel caso della scuola elementare, impropri) di indagini europee, decontestualizzati e privi delle necessarie riflessioni, legate al fatto che si tratta di ricerche da utilizzare con il taglio della ricerca.

      Ci sono ancora spazi perché, in questo Paese così povero di speranze e di  attenzione alle tematiche essenziali per la vita civile,  qualcuno fra gli intellettuali, gli opinionisti,  i “maitre à penser” possa recepire la gravità di quanto si sta compiendo  per il futuro dei bambini, della cultura, della società?

      I danni che si compiranno, se si lascerà che l’attuale operazione  di  affossamento della Scuola Elementare  Italiana (che funziona !!!) vada in porto, saranno irreversibili.

     Non drammatizziamo, dicendo che , nel silenzio di tutti, si sta compiendo un vero assassinio.  

        Dopo questo passaggio, che i più ritengono forse meno grave e pesante di altri,  sarà più facile, invece,  per questo Governo portare a termine tutti gli altri  disegni distruttivi: della Scuola Secondaria, dell’Università e della   Ricerca, della Cultura e dello Spettacolo, dei Beni ambientali e Paesaggistici…. di tutti quegli strumenti di quelle istituzioni, di quei  beni  immateriali che sono il fondamento della vita civile e costituiscono il presupposto per la coesione sociale e lo sviluppo sereno e fecondo di una Nazione.

 

         Obama mette fra i primi 5 obiettivi della  sua Politica di ripresa e sviluppo  del Welfare la Scuola e la Ricerca e annuncia che  in tali ambiti  nasceranno  molti nuovi  posti di lavoro: prego tutti di confrontare tale programma con il massacro dei tagli previsti agli organici degli  insegnanti e dei lavoratori della  Scuola,  con la riduzione feroce delle risorse finanziarie, con  la miseria  culturale delle politiche scolastiche dal Governo italiano.   

       

        Troppi, in questo Paese, parlano con superficialità di cose che non conoscono: vi prego, ministri, intellettuali, opinionisti, venite nelle scuole, confrontatevi con i problemi che ogni giorno vi si affrontano, collaborate con i docenti a trovare soluzioni efficaci, ma a partire dalle realtà concrete, non da deformazioni volutamente esasperate , che hanno il solo scopo di giustificare tagli ingiustificati  e storni di risorse.  

 

 

                                                                     Simonetta Salacone

                                                                    Dirigente scolastica della scuola “Iqbal Masih”

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