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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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morte cerebrale e trapianti (L'incontro, ottobre 2008) Il quotidiano della S. Sede L’OSSERVATORE ROMANO in un editoriale aveva messo in dubbio che la morte cerebrale possa autorizzare il trapianto degli organi e sostenuto che i principii sanciti dal “Rapporto di Harvard” 40 anni fa non sarebbero validi. Il mondo scientifico ha subito replicato. Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, ha affermato: “I principii stabiliti ad Harvard, criticati da una frangia minoritaria del mondo scientifico, sono accettati da tutti i Paesi, dall’Europa agli USA, dall’Asia all’Australia. La decisione venne presa 40 anni fa dopo il primo trapianto di cuore effettuato nel Sud Africa da Barnard”. Secondo i principii accettati dalla comunità scientifica internazionale, la morte cerebrale viene accertata quando cessano le funzioni del cervello e diagnosticata con mezzi strumentali. Viene confermato l’encefalogramma piatto, perchè le cellule sono morte e non mandano segnali elettrici. I rilievi clinici sono chiari: assenza di coscienza, assenza di respiro spontaneo e dei riflessi cranici come la luce nella pupilla. <<C’è comunque un’enorme differenza tra morte cerebrale e stato vegetativo persistente – precisa Nanni Costa – nel secondo caso le cellule sono sofferenti ma vive, mandano segnali elettrici, il soggetto respira da solo, ha riflessi cranici, insomma la persona è viva>>. La persona in stato vegetativo permanente è ancora viva perchè le sue cellule celebrali funzionano. L’accertamento della morte cerebrale segna uno spartiacque tra chi è vivo e chi non lo è più. La legge dice che il trapianto si può fare quando viene accertata la morte cerebrale o cardiaca. Questo si verifica quando il mancato afflusso di ossigeno determina la morte delle cellule cerebrali. In Italia, ogni anno, ci sono oltre 2 mila accertamenti di morte cerebrale, e in nessuno di questi processi conclusi si è avuto altro termine se non il decesso della persona.
L’accertamento
della morte,
è una
condizione
necessaria
per il
prelievo
degli organi
ed è anche
grazie al
documento di
Harvard,
<<importante
sia dal
punto di
vista
scientifico
che legale
ed etico che
in Italia
all’avanguardia
in Europa,
dopo |
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