Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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Finalmente stiamo per distruggere la Scuola Pubblica.
Torniamo al bel tempo andato, quando il figlio di operaio faceva l’operaio, il figlio dell’avvocato l’avvocato, il negro lo schiavo!

I miei complimenti al nostro procace Ministro dell'Istruzione e all'ineffabile inenarrabile inguardabile Sua Maestà il Premier. Finalmente abbiamo gettato la maschera. Finalmente realizziamo i sogni di restaurazione di chi odia la democrazia e l'uguaglianza, di chi sogna di restaurare per sempre l'Itaglietta Felix del privilegio e dell'ignoranza, della Cultura per pochi, senza possibilità alcuna di riscatto per chi non è "del Bel Numero".

Finalmente stiamo per distruggere la Scuola Pubblica, l’odiosa fucina di cervelli generatrice di pensiero critico e di plebei istruiti. È sempre stato lì, nella Scuola Pubblica, che la marmaglia puzzolente dei Senza Nome prendeva pericolosamente coscienza dei propri diritti! Ecco perché bisognava distruggerla, la Scuola Pubblica. E pensare che per sessanta lunghi anni i poveri miliardari d’Italia sono stati costretti a dissanguarsi pagando tasse i cui proventi, invece di essere spesi (come sarebbe stato legittimo!) unicamente in armamenti per difendere i nostri aristocratici Padroni, sono stati sprecati per erogare servizi alla plebaglia, come Ospedali e Scuole! E con quale bel risultato? Il ’68! Il ’77! Gente che vive di stipendio e che pretende per questo di contare qualcosa! Ma dove siamo finiti? Ma quando mai in Italia i cittadini hanno contato qualcosa? L’Italia non può e non deve diventare un Paese civile, men che meno democratico. Il feudalesimo ha sempre funzionato così bene! Perché cambiare?

No, così proprio non andava. Bisognava tornare un po’ indietro, ai bei tempi in cui c’era il Papa Re, cui i sovrani facevano il baciamano; i bei tempi in cui l’Italia era divisa in staterelli semisviluppati al Nord e regimi feudali al Centro-Sud. Siamo tutti d’accordo: Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, Camorra, Lega delle tribù celtiche, Regno dei Preti, P2, Camicie Nere e Impero dei Media.

Il fascismo? No, ci abbiamo pensato, ma era troppo moderno, troppo statalista, troppo centralista; un modello superato dai tempi. Sì, va be’, busti del Duce e braccia tese ci piacciono, ma in fondo ormai sono solo vecchi arnesi, buoni per darci la carica quando pestiamo i negri, i rumeni e i froci. Il futuro è nel liberismo ottocentesco. Una data di riferimento potrebbe essere il 1848, un attimo prima che scoppiassero le rivoluzioni. Cancelliamo centosessant’anni di degenerazione democratica! Torniamo al bel tempo andato, quando il figlio di operaio faceva l’operaio, il figlio dell’avvocato l’avvocato, il negro lo schiavo! Il bel tempo in cui la donna faceva la calza, la messa era in latino e tutti andavano in chiesa senza capirci nulla, così non si potevano accorgere di quanto il clericalismo non fosse cristiano! Licenziamo in tronco questi insegnanti che si sforzano di far crescere i propri alunni! Facciamo lavorare solo quelli graditi ai Dirigenti! E che siano sottopagati, e che abbiano classi di quarantasei alunni! Così gli passa la fantasia di impegnarsi per aiutare i figli dei poveracci! Così finalmente la Scuola Statale sarà uno schifo, distrutta nei fatti, anche se formalmente in piedi: un palazzo vuoto, crollato all’interno. Tanto i figli dei Ricchi possono permettersi fior di scuole private, dove più paghi e più sei bravo. Tanto per i poveri cristi c’è la Televisione che li imbambola dalla culla alla tomba, e li fa vivere fessi e contenti (come in un film di fantascienza, di quelli in cui solo pochi si accorgono che la realtà non è quella virtuale propagandata dagli invasori spaziali). Così Lorsignori potranno finalmente vivere tranquilli. Almeno fino al totale surriscaldamento del pianeta.

Bisogna però stare attenti che i Docenti non prendano coscienza di quanto sta accadendo, né del loro numero, né della loro forza. Sì, è vero: siamo in un film dell’orrore, e il mostro sta per divorare il protagonista. Se il protagonista non se ne accorge, o se si arrende, il gioco è fatto; ma se resiste, per lui c’è ancora speranza, e il mostro può ancora essere sconfitto.

Alvaro Belardinelli

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