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Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno" |
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Un’altra Repubblica di Ida Dominijanni (Il Manifesto, 1 maggio, 2008)
Non c’è
più
Trecentotrentacinque
voti e diciannove applausi -
tre dei quali bipartisan,
altri trasversali a ranghi
sparsi - segnano l'approdo
del processo di
legittimazione democratica
della destra post-fascista
in Italia. Gianfranco Fini
siede nello scranno più alto
della camera dei deputati,
terza carica dello Stato,
due giorni dopo la conquista
del Campidoglio di Gianni
Alemanno. Sono due prime
volte nella storia della
Repubblica. Dicono che cade
un tabu, ma in verità a
cadere è il fondamento
antifascista della
Costituzione, e poi chi l'ha
detto che i tabu devono
cadere tutti? Da ieri, non
dal ’92 quando non crollò
nessun tabu ma solo un
sistema politico corrotto,
siamo in un'altra Repubblica
e alla Camera si vede anche
a occhio: Fini presiede, la
sinistra non c'è. Ci sono
voluti diciannove anni, la
lunga autodissoluzione del
Pci, l'avvento del profeta
Berlusconi, lo scongelamento
nelle acque di Fiuggi
dell'Msi, un bipolarismo e
poi un bipartitismo fatti
dall'alto, un tentativo
fallito di
costituzionalizzare la
destra una e trina del '94,
un serial televisivo
ininterrotto, dosi massicce
di revisionismo storico
sulle buone ragioni dei
ragazzi di Salò e sulle
colpe di comunisti,
socialisti e
socialdemocratici e alla
fine ce l'abbiamo fatta. Un
paese finalmente normale?
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