SERRA: LASCIATE CHE IL
GABIBBO VENGA A ME
Dopo Rutelli, Bertinotti e
Fassino anche altri politici e intellettuali, soprattutto se di sinistra,
hanno voluto fornire ragguagli sul loro percorso religioso. La Chiesa
ratzingeriana ha fatto sapere, infatti, che anche i curricula più scalcinati
o difettosi saranno presi in considerazione: “In questi tempi di
secolarizzazione”, fa sapere un’autorevole fonte di Oltretevere, “non è che
possiamo stare tanto a fare gli schizzinosi. Anche un anziano libertino
terrorizzato dalla prima visita alla prostata, per noi è grasso che cola.
Non parliamo, poi, di un comunista divorziato, bigamo, puttaniere e
bisessuale che confessi di apprezzare il Beato Angelico: quello, lo facciamo
perlomeno vescovo”. Ma vediamo quali sono i casi che fanno più discutere.
Norberto Bobbio
Fu uno dei padri nobili del pensiero razionalista e laico. Ma un vicino di
casa sostiene che nelle ultime settimane di vita, a causa dell’età molto
avanzata, se ne era dimenticato. E questo, secondo un editoriale
dell’“Avvenire”, è il segno inoppugnabile di una clamorosa conversione.
Portuali di Livorno
L’intera categoria, per decenni simbolo della classe operaia di orientamento
marxista, è seguita con molto interesse dagli uomini di Chiesa più sensibili
al sociale. Pare infatti che le loro bestemmie, così articolate che nei
documenti sindacali arrivano a superare la mezza cartella dattiloscritta,
siano considerate da alcuni studiosi cattolici “segno di una non comune
attenzione alla divinità, considerata un interlocutore insostituibile”.
Gabibbo
Esisterebbe un fitto carteggio tra il popolarissimo conduttore tv e il
cardinal Ruini. In esso, il Gabibbo lascerebbe intendere di avere intrapreso
da anni un faticoso avvicinamento alla Chiesa, nonostante il suo accesso
alle funzioni religiose sia spesso osteggiato da parroci poco sensibili,
spaventati dalla gigantesca bocca del pupazzo quando si presenta per
ricevere l’eucaristia. Sgradevole anche la frequenza con la quale il Gabibbo
rovescia inavvertitamente le candele accese, gridando “belìn” quando
l’ingombrante costume prende fuoco. Il caso è allo studio del Sinodo. A
favore del popolare conduttore il suo status di pupazzo, che garantisce la
verginità sessuale. Contro, la bolla di Sisto IV nella quale si negava che i
pupazzi avessero l’anima, pur riconoscendo loro il diritto di versare
l’obolo annuale alla parrocchia.
Marta Marzotto
La musa di Guttuso (convertitosi sul letto di morte), per non essere da
meno, sta preparando un colpo di scena all’altezza. Nel 2056 la contessa
accoglierà il vescovo di Cortina, monsignor Skilift, nella sua villa,
sdraiata su un triclinio di broccato, e riceverà i sacramenti a patto che
monsignore accetti, subito dopo, di fare il quarto a canasta.
Riccardo Schicchi
Il re del porno all’italiana, nonostante una tesi di laurea su “La Maddalena
e le posizioni sessuali nella Galilea del primo secolo”, non ha il benché
minimo interesse per la religione. Ma ha scoperto che, con la nuova
Finanziaria, le fondazioni cattoliche sono esenti da Ici anche qualora
gestiscano alberghi e ristoranti. Ha dunque trasformato la sua factory a
luci rosse in ordine monastico, con il nome di ‘Convitto delle Consorelle
dell’Amore Inesausto’. Il suo esempio è contagioso: per non pagare l’Ici
stanno mutando ragione sociale, definendosi fondazioni cattoliche, anche
tabarin, case chiuse, bische clandestine e sale di bingo.
Margherita Hack
È forse l’unica persona, in Italia, che osi professarsi atea. Ultimamente
gira anche con una t-shirt con la scritta “Sono atea”, e per sicurezza
scrive ogni settimana al cardinal Ruini per confermargli di essere sempre
più atea, di detestare i preti e di avere una gran voglia di mettergli le
mani addosso. Ma è proprio questa cristallina insistenza ad aver suggerito
ai vescovi italiani un documento nel quale si sostiene che “la grande forza
d’animo e la coerenza intellettuale della signora Hack fanno del suo ateismo
una forma originale e ammirevole di fede. Dunque, anche lei è dei nostri”.
Fonte:
L’Espresso n. 40/2005 |
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