Rapporto sui cattolici in
Francia di Henri Tincq
(Le Monde, 10 gennaio 2007, traduzione di Pino Patroncini)
Non sarebbe rimasto che un francese su due (51%) a
dichiararsi “cattolico”, mentre i francesi “senza religione”
rappresentano ormai circa un terzo o quasi (31%) della
popolazione. Questo è il risultato principale del sondaggio
dell’istituto CSA – su un campione di 2.012 persone – pubblicato
da Le Monde des religions di gennaio.
Il sentimento d’appartenenza alla religione cattolica ha
subito dunque una netta flessione. Nel 1994 lo stesso istituto
sempre per Le Monde aveva posto la domanda negli stessi termini
di oggi ( “qual è la sua religione, se ne ha una?”): i cattolici
dichiarati erano allora il 67%, i “senza religione” il 23%.
Questa caduta di 16 punti dei primi, tra il 1994 e oggi, si
spiega dunque grazie ad una nuova definizione proposta
nell’inchiesta, i “cristiani senza precisazione” (4%) e
soprattutto per la crescita di 8 punti dei “senza religione”.
Quanto ai mussulmani essi sono raddoppiati ( dal 2% al 4%), i
protestanti (3%) e gli ebrei (1%) restano stabili.
La Chiesa da tempo è stata in grado ci rincuorarsi invocando
– al di là del calo delle pratiche e della fede nei dogmi – una
resistenza dell’identità cattolica. Ma questa osservazione è
sempre più priva di fondamento. Il declino del sentimento
d’appartenenza al cattolicesimo si unisce a quello delle
pratiche e delle credenze.
Così Le Monde des Religions ha interrogato 1.021 cattolici e
anche in questo caso i risultati sono sorprendenti. Più della
metà non vanno mai a messa, salvo che, eccezionalmente, per un
matrimonio, un battesimo, un funerale o per una festa (31%).
Solo l’8% restano fedeli alla messa domenicale: erano il 37% nel
1948, il 25% nel 1968, il 13% nel 1988.
Queste cifre danno la misura del tracollo, anche se la
pratica cattolica non si riassume più, da molto tempo,
nell’obbligo della messa domenicale. Più di un quarto dei
cattolici dicono di pregare almeno una volta alla settimana,
vale a dire una conferma della preferenza per pratiche religiose
di tipo individuale.
Le credenze si sgretolano allo stesso modo. Solo il 52% dei
cattolici giudicano “certa” o “probabile” l’esistenza di Dio. E
c’è una minoranza (18%) che crede in un “Dio personale” – verità
fondamentale del cristianesimo – contro una grossa maggioranza
(79%) che identifica Dio in una nozione di “forza, energia o
spirito”. Il 58% crede alla Resurrezione del Cristo e il 38%
alla verginità di Maria. Resistono solo le credenze nei miracoli
(64%), al diavolo (33%), all’idea che la morte non sia “l’ultima
tappa” (74%).
Un elemento di identità comune resta molto forte:
l’appartenenza a una Chiesa di cui i cattolici hanno un’immagine
piuttosto buona (76%). Benedetto XVI ottiene il 71% di opinioni
favorevoli (contrari il 18%). Gli stessi reclamano però
ardentemente il matrimonio dei preti (81%) e l’ordinazione a
sacerdote delle donne (79%), riforme che appaiono come degli
spauracchi a Roma. |