Associazione Nazionale del Libero Pensiero "Giordano Bruno"

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PAPISMO FAMIGLIA E AMORE

di Lidia Menapace

Quando si trasformò da Cristianesimo in Cristianità, la religione cristiana ebbe molti problemi culturali; ma avendo appena passato il suo bagno grecolatino li affrontò usando gli strumenti che venivano offerti dalle due grandi tradizioni dell'antichità. Come già ho detto, dall'antichità assunse anche cose in contrasto con la Scrittura, ad esempio lasciò da parte l'idea -che è nell'Antico Testamento- secondo la quale la terra è di Dio e la specie umana ne è solo usufruttuaria, sicché per ricordare che non se ne è padroni e anche per riconoscere una sorta di personalità alla terra ogni sette anni si ha un anno sabbatico, durante il quale la terra riposa e ogni sette anni sabbatici si ha il Giubileo, anno nel quale tutta la terra viene rimessa in comune e redistribuita. Di tutto ciò più nulla, dopo i primi secoli nei quali era vietata secondo la Scrittura ogni proprietà individuale e si praticava la comunione dei beni, e anche la schiavitù non esisteva (che infatti tra i popoli antichi solo Israele non ammetteva). La cosa più in contrasto fu addirittura di assumere la legge, dato che nella Scrittura e specialmente nel nuovo era definita mortale, solo la libertà dello spirito vivifica. Era una ispirazione -diremmo oggi- piuttosto anarchica. Ma è difficile reggere un potere politico senza legge, sicché i cristiani andarono a cercare la legge lì dove era stata prodotta con maggior rigore abbondanza e politicità, cioè a Roma.

Non è che non vi fossero difficoltà, l'anima spiritualistica e l'ispirazione mistica e per dirla tutta, la vera religione non era morta e pulsava e si esprimeva ogni tanto in modi più o meno accetti: Fra' Dolcino no, Francesco, il più eterodosso degli ortodossi sì: in quella linea e non per nulla anche lui ripudia la proprietà paterna e diventa povero. Insomma le difficoltà vengono affrontate via via, con maggiore o minore durezza e in modo sempre meno occasionale sulla scorta dell'adozione del diritto romano che non per caso viene riordinato da un imperatore romano cristiano, Giustiniano.

Viene elaborata una teoria secondo la quale il diritto non ha un'origine storica, ma è espressione della volontà e dottrina di Dio, come la legittima autorità religiosa e politica e sociale (omnis auctoritas a deo). Esisterebbe dunque un "diritto naturale" che risponde alla sana razionalità umana universale e perenne. Non vi è dimostrazione di ciò, dato che il diritto è -se altra cosa mai- storico e positivo, ma la Chiesa usa la nozione di diritto naturale, una scuola di diritto detta giusnaturalismo a sostegno della propria tesi. Una delle più solenni istituzioni definite di diritto naturale -anche se solo recentemente- è la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, dunque non modificabile e non scioglibile.
La scuola giusnaturalistica ha avuto anche grandi glorie e permanenza significativa, ma oggi è piuttosto abbandonata, tranne che dalla Chiesa, che usa questo termine per difendere istituzioni le cui giustificazioni sono storiche.

La cosa davvero incredibile è che il familismo non è affatto caratteristico del Cristianesimo, che ha sempre privilegiato il celibato o la vita monastica alla famiglia, e dato del matrimonio una definizione meschina (rimedio della concupiscenza) e una finalità ridotta (la riproduzione). Solo dopo che Engels ebbe pubblicato L'origine della famiglia, la Chiesa corse ai ripari e il papa Leone XIII, lo stesso delle encicliche sociali inventò la festa della Sacra Famiglia, a dire il vero una famiglia un po' strana. Come dico sempre, se vi fosse stata la legge 40 Gesù Cristo, frutto -secondo il racconto evangelico- di una inseminazione eterologa se altre mai, non avrebbe potuto essere concepito. Eppure la famiglia che la festa ci propone come addirittura Sacra è molto più profetica di quella che viene obbligata dai testi e dalle regole pontificie di oggi. La madre è trovata incinta prima del matrimonio, il padre sa di non essere il padre biologico e accetta con grande affetto e dedizione un figlio non suo, che poi scappa di casa a 12 anni e poi vive sottomesso e poi corre un' avventura tremenda fino alla morte: tutto fa vedere che i rapporti non sono importanti perché legali, ma perché d'amore.

Che tocchi a me richiamare il senso cristiano della famiglia? Certo no, ma almeno ricordare che, per l'appunto, per Gesù Cristo la legge uccide e l'amore vivifica.

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