DARWIN AVEVA RAGIONE
di Edoardo Boncinelli (www.corriere.it)
Sono passati 150 anni da quando Charles Darwin propose le linee
essenziali dell'evoluzione biologica. Tutti gli esseri viventi
derivano da uno stesso gruppo di organismi originari vissuti
quasi 4 miliardi di anni fa. La prima cosa che colpisce chi
osserva la natura è però l'enorme varietà degli organismi
viventi, dai batteri ai funghi, dai protozoi alle piante e agli
animali più diversi. Come spiegare allora l'origine di tanta
diversità? La proposta di Darwin fu semplice e geniale. Per
lunghi periodi gli organismi di una data specie restano simili a
se stessi, ma ogni tanto compaiono individui diversi che possono
poi dare luogo ad una nuova specie, che può finire per
rimpiazzare la precedente o vivere a fianco a quella. Questi
nuovi individui nascono perché si è verificata un'alterazione,
che oggi chiamiamo mutazione, nel loro patrimonio genetico.
Queste mutazioni sono casuali ma quasi inevitabili. Molte di
loro produrranno individui malati o svantaggiati rispetto ai
fratelli. In qualche caso però i nuovi individui si riveleranno
più adatti dei vecchi a vivere in un certo ambiente naturale.
La maggior parte delle novità biologiche vengono quindi spazzate
via, ma alcune resistono e si affermano. Darwin chiamò selezione
naturale quell'insieme di processi che puniscono alcuni tipi di
individui e ne premiano altri . L'azione combinata delle
mutazioni casuali e della selezione naturale hanno prodotto
l'enorme varietà di esseri viventi oggi esistenti e portato a
quelle sconvolgenti novità costituite dalla comparsa delle
piante che fanno fiori, dei vertebrati, dei mammiferi e infine
dell'uomo.
Darwin stesso però ammise che la sua spiegazione aveva un punto
debole, che non lo faceva dormire. Come è possibile che piccole
variazioni in un particolare gene diano risultati tanto
rilevanti da essere notati e selezionati dall'ambiente
circostante? E come si arriva, a forza di piccoli passi, alla
formazioni di organi meravigliosi e quasi perfetti come
l'occhio? E qui entrano in gioco la biologia e la genetica
moderne con le loro scoperte. Darwin non sapeva che esistevano i
geni e non poteva certamente supporre che l'alterazione di
alcuni di essi portasse uno sconvolgimento complessivo del piano
somatico di un organismo. Nel XX secolo sono stati scoperti nel
moscerino della frutta, la famosa drosofila, alcuni geni, detti
omeotici che controllano la forma del suo corpo. Se uno di
questi geni muta, spontaneamente o in seguito ad un intervento
di laboratorio, si può avere una mosca con due toraci, con 4 ali
invece di due o con più zampe del dovuto. Non si tratta di
magia, ma del fatto che questi geni controllano l'attività di
molti altri e una loro alterazione equivale a quella di
centinaia di geni diversi. |