Inventano un
diavolo e lo chiamano “laicismo”
di Massimo Teodori (www.ilriformista.it)
Ecco: finalmente è
stata individuata la peste del
secolo, il demonio da esorcizzare,
il fondamentalismo da debellare: è
il laicismo. Garbatamente, lo
dichiara al Riformista la senatrice
Anna Serafini: «Vedo un rischio
enorme, che all’integralismo si
risponda con il laicismo... Abbiamo
bisogno di una concezione della
laicità che permetta di tutelare i
diritti individuali senza lacerare
la società». Il presupposto che
sembra animare l’esponente diessina
è l’idea che la laicità sia
l’opposto del laicismo, e quest’ultimo
rappresenti il morbo che lacera la
società. Inoltre la ragione per cui
«la Chiesa interviene così tanto
nella sfera civile e politica è
anche per i mutamenti epocali che
stiamo vivendo, primo fra tutto il
nuovo rapporto con l’Islam»,
C’è da meravigliarsi.
Mi pare di ricordare che da
posizioni moderatamente laiche e
cristiane si era sempre considerato
che l’intervento politico della
Chiesa inquinasse la sua stessa
missione religiosa e pastorale. Un
tempo i cosiddetti “democratici”
erano d’accordo nel plaudire cento
volte l’azione della Chiesa pur-
ché restasse sul
terreno religioso e non sconfinasse
nell’azione direttamente politica,
come è accaduto con la gestione
dell’astensionismo nel referendum
sulla procreazione assistita. Ma la
novità rilevante che cambierebbe le
carte in tavola, secondo la
Serafini, sarebbe ora il «rapporto
con l’Islam»,
In verità
l’argomentazione anti-islamista è
nota da tempo. Sono stati i più
arrabbiati neocon all’italiana a
spiegare che, per fare fronte
all’islamismo incalzante, si doveva
mettere da parte la secolarizzazione
del libero Occidente e innalzare al
suo posto la croce per affrontare
l’infedele. Sono stati infatti i più
autorevoli cx laici-neobigotti a
individuare nella crociata contro il
laicismo in nome delle cosiddette
radici cristiane la dottrina
fondante per il nuovo millennio, Il
senatore Marcello Pera è stato
chiarissimo: «Il laicismo che è in
corso è peggiore del nazismo e del
comunismo che, con altri mezzi,
ebbero gli stessi fini... Le orde
barbariche del laicismo. .
.predicano la priorità dell’utile,
del desiderio, del capriccio
personale sul bene pubblico,
sociale, collettivo..
Qualche lettore
potrebbe pensare che sto parodiando
il pensiero filosofico del
presidente emerito del Senato, ma
non è così perché tali arditi
concetti sono contenuti nel suo
manifesto natalizio (il Giornale)
che elenca i prodotti del laicismo
«l’eutanasia, l’eugenetica,
l’aborto, il matrimonio omosessuale,
la poligamia», e finisce con la
domanda indignata «perché mai
l’incesto, dopotutto, deve essere un
tabù?».
Non immaginavamo che
la colta senatrice diessina,
abbeveratasi a Tubinga, scegliesse
nella crociata contro il laicismo la
compagnia di tanti sperimentati
cantori del neotradizionalismo
antiliberale: il suo concittadino
Antonio Socci, cultore della madonna
di Medjugorje, che con rafo eprii
definesse scrie che ““il caso Welby”
ha spostato i riflettori
dell’opinione pubblica dall’agonia
del governo all’agonia del povero
Piergiorgio» (Libero); il filosofo
popperiano di Lucca e il suo più
stretto soda- le, professore
senatore Gaetano Quagliariello,
presidente di Magna Carta nonché
direttore della superuniversità
lucchese, il quale se la prende con
«coloro che, in-
trisi di laicismo, si
fanno portatori di una concezione
dello Stato che non è neutra, ma
ideologica» (Panorama); o, ancora,
la senatrice cattolica margheritina
Paola Binetti, già presidente della
ruiniana “Scienza e vita”, che mette
sotto accusa il laicismo del
ministro Bonino chiedendone le
immediate dimissioni secondo il
giudizio del suo personale tribunale
(la Repubblica).
Ci sarebbe molto da
dire sulla mistificazione lessicale
e sostanziale del termine laicismo.
Qui, però, basta ricordare che la
contrapposizione tra la «laicità
legittima e lo Stato sanamente
laico» (Ratzinger), la laicità
positiva (Cei), la nuova concezione
della laicità (cardinal Caffarra) e
il laicismo demonizzato è una pura
invenzione originata dai gesuiti de
La Civiltà Cattolica circa cmquant’anni
fa, e da allora utilizzata nel gergo
ecclesiale e clericale che, a sua
volta, è stato raccolto da quanti
hanno tatto proprie sia la parola
che la sostanza della cosa nominata.
E un peccato che tanti intelligenti
e sensibili parlamentari di diversi
orizzonti abbiano tranquillamente
accettato di restare imprigionati
nella trappola del laicismo come
demonio, trappola costruita dal
Sant’uffizio.