Moni Ovadia,
LAVORATORI DI TUTTO IL MONDO, RIDETE. La
rivoluzione umoristica del comunismo.
Einaudi, Torino 2007, €
15,50
di Maria Mantello
Moni Ovadia ci presenta,
con la leggerezza del sorriso e con un
occhio storico inusuale, le vicende che
hanno caratterizzato l'Unione Sovietica
dalla nascita alla dissoluzione. Attraverso
una gustosissima antologia di storielle,
l'autore, come si legge nell'introduzione: “vuole
raccontare l’epopea dell’URSS con lo sguardo
parziale ma urticante della storiella
ebraica e della storiella satirica nata
nell’URSS. Un tipo di storiella spietata e
autodelatoria, nata in quella temperie e
creata da testimoni dell’epoca, sia semplici
cittadini sovietici, sia iscritti al Partito
Comunista, sia forse esponenti della
nomenklatura”. Ecco allora delinearsi
tutto un mondo sotteso alla "grande storia".
Ma che di essa ne costituisce l'anima
popolare. Il libro è uno spaccato
straordinario di tutta una realtà politica,
sociale e culturale, che prende corpo grazie
all'acuta analisi di questo maestro della
satica, per il quale, come si legge nel suo
libro: "vero umorismo non è quello di
dissacrare o demolire le grandezze a buon
mercato ... ma ... nel riconsegnare anche i
migliori alla sfera della precaria natura
umana, rendendo più fulgidi i meriti nel
contrasto con i limiti e le debolezze, per
impedire che le virtù prendano la forma del
bulino e dello scalpello, che trasformano
gli uomini in idoli. Quando il leader
diviene idolo, i sacerdoti del culto e le
masse degli adoratori possono con leggerezza
prima abdicare a qualsiasi responsabilità,
poi perdere con complice passione ogni
libertà”. Una tentazione che spesso
ritorna. E su cui Moni Ovadia ci invita a
riflettere nella speranza che individui e
popoli possano essere finalmente vaccinati.