Maria Mantello, Ebreo. Un bersaglio senza fine.
Storia dell'antisemitismo
Scipioni editore, euro 3.50
Le segregazioni, i divieti per gli ebrei, i segni di
riconoscimento realizzati dalla Chiesa nel Medioevo e
auspicati ancora agli inizi del XX secolo, quanto hanno
contribuito a spianare la strada alle leggi razziali
fasciste e ai miti della razza pura culminati nello
sterminio di più di sei milioni di ebrei? Alla domanda
cerca di rispondere questo libro che ricostruisce la
storia dell'antisemitismo. Lo stereotipo del "perfido
ebreo" è stato utilizzato sia come facile catalizzatore
contro cui convogliare strumentalmente tensioni e
rivalse politico-economico-sociali, sia per
salvaguardare in chiave reazionaria i poteri costituiti.
Tutto ciò non ha fatto altro che alimentare l'immagine
di un ebraismo che contaminava e minava dall'interno la
società e che, utilizzato dai nazifascisti per la
"difesa della razza ariana", servirà a giustificare le
discriminazioni e il genocidio degli ebrei.