Paolo Ciampi,
Un Nome
prefazione di Margherita Hack,
Giuntina, Firenze, 2006,
euro 15.
recensione di Isacco Montenegro
(L'incontro, ott. 2007)
Paolo Ciampi, giornalista e scrittore
fiorentino, ha provato a raccontare la storia di Enrica
Calabresi attraverso i ricordi di chi l’ha frequentata
oltre che attraverso una paziente ricerca fra i
documenti della comunità ebraica di Firenze, e ha
ripercorso gli anni di vita della scienziata ebrea,
suicidatasi nel carcere femminile di Santa Verdiana.
La legislazione razziale introdotta dal
governo fascista tra il 1938 e il 1939, cacciando gli
insegnanti ebrei dalle Università e dagli istituti
pubblici, scosse la vita della docente di zoologia (in
passato era già stata costretta ad abbandonare il Liceo
Galileo dove insegnava Scienze Naturali) come un fulmine
a ciel sereno. Negli anni della guerra e della
segregazione la comunità fiorentina si compattò, ed
Enrica insegnò nella scuola ebraica. Era appassionata al
suo lavoro, conosceva le lingue e leggeva i libri in
originale. Una donna troppo intelligente per non aver
avuto sentore della direzione che stava prendendo la
politica internazionale.
Dalla Germania infatti arrivavano voci
sulla deportazione e sui campi di concentramento. La
famiglia Calabresi decise di mettersi in salvo in
Svizzera, ma Enrica volle restare a Firenze lasciando
che la sua famiglia partisse senza di lei.
Pur consapevole di quanto le sarebbe
successo a breve, decise di continuare a vivere nella
sua casa a Firenze quasi in attesa del suo inevitabile
arresto avvenuto nel gennaio del
1944. In carcere, qualche giorno
dopo, come segno di estrema opposizione, Enrica si
uccise con una fialetta di veleno per non essere
annoverata tra gli ebrei di Firenze deportati e morti
nei campi di concentramento. Perchè non tentò, invece,
di salvarsi?
Insieme alla storia di Enrica Calabresi,
il libro racconta più in generale la storia di un’Italia
che marcia inesorabilmente e stupidamente verso il
fascismo, e la vicenda della comunità ebraica
fiorentina, che reagisce all’emarginazione e alla
persecuzione ritrovando un’identità che molti dei suoi
iscritti quasi ignoravano.
Il libro è apprezzabile perchè riunisce
la biografia di un personaggio e l’inchiesta
giornalistica sulla barbarie delle leggi razziali,
attraverso cronache, episodi, memorie.