Paolo Flores D'Arcais,
A CHI APPARTIENE LA TUA
VITA?
Una riflessione filosofica su etica,
testamento biologico, eutanasia e diritti civili nell�epoca
oscurantista di Ratzinger e Berlusconi
'Ponte alle Grazie' , 2009, pp. 160, euro12,50
"Sul cittadino italiano incombe la
minaccia della tortura di Stato. Le Disposizioni in
materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e
di dichiarazioni anticipate di trattamento che danno il
titolo al disegno di legge Calabrò, che la maggioranza
berlusconiana vuole imporre al Paese, sono presentate
dai media come la regolamentazione del testamento
biologico, ma in realtà rendono tale testamento
impossibile e introducono al suo posto -lo dico senza
alcuna forzatura retorica - una vera e propria tortura
di Stato. (...) Con questa legge Piergiorgio Welby
sarebbe ancora attaccato al respiratore artificiale che
rendeva la sua vita una tortura, come ha disperatamente
ripetuto per anni, «parlando» alla fine col solo battito
delle ciglia in una sorta di drammatico alfabeto Morse
familiare. Infatti sarebbe impossibile da parte del
medico la «disattivazione di trattamenti sanitari»,
quale il respiratore artificiale, che sono certamente
«proporzionati alla salvaguardia della vita [del
paziente]», ma che il paziente esplicitamente rifiuta,
poiché ne giudica l�uso non già un beneficio per sé ma
un mostruoso e disumano incubo".
Paolo Flores DArcais, filosofo e direttore di
MicroMega, discute a fondo tutti i temi in gioco nei
loro essenziali aspetti filosofici, religiosi e
politici, e propone della fine vita una visione
radicalmente liberale. Ne risulta una strenua difesa
della laicità delle leggi dello Stato e dell'elementare
diritto civile all�autodeterminazione e un severo
attacco al fanatismo ideologico di parlamentari ed
ecclesiastici alleati nel sostenere una visione della
morte come definitivo spossessamento, giusta tortura
fisica, umiliazione morale. Un libro tempestivo e
necessario, perché la nostra vita non può rischiare di
appartenere ad altri che ai suoi unici legittimi
padroni: noi stessi.