Marco Politi,
Joseph Ratzinger. Crisi di un papato,
Laterza, pp. 340, €18
Papa
Ratzinger sembra essere l’espressione di una
Chiesa in crisi e arroccata sempre più sulle
posizioni dogmatiche. Una Chiesa che nella
riproposizione del suo ordine universale
(cattolico) cerca identità nell’autorità
curiale e pretende omologazione alle sue
scelte confessionali: dai cattolici e dal
mondo intero.
Così, scive
Marco Politi, le aspettative di un dialogo
reale in seno alla Chiesa si dileguano,
mentre le vocazioni sacerdotali diminuiscono
e aumenta il numero dei credenti che non si
riconoscono nei diktat vaticani su
sessualità, divorzio, anticoncezionali,
interruzione volontaria di gravidanza,
coppie di fatto, fecondazione artificiale e
testamento biologico.
Molti sono i fedeli
disorientati infatti da queste posizioni
astoriche. Fedeli che si interrogano
inquieti sul ruolo subalterno in cui la
Chiesa continua a relegare le donne, anche
in seno allo stesso ordinamento
ecclesiastico. Credenti che sentono profondo
fastidio per l’ingiustizia degli anatemi
contro l’omosessualità, che il catechismo
definisce oggettivo disordine morale,
peccato contro natura. Un crescente numero
di cattolici non comprende infatti perché un
sincero legame omosessuale debba venire
costantemente demonizzato. Come pure non
comprende perché il diritto
all’autodeterminazione sia un peccato: nella
scelta ad esempio della maternità e
paternità responsabili, o nel voler vedere
rispettate le proprie volontà anticipate sul
proprio fine vita.
Cattolici indignati per le
alleanze curiali con governanti privi di
moralità, ma che eminenti prelati assolvono
oltre ogni misura, perché magari assicurano
al Vaticano prebende e leggi confessionali.
Oltre ogni misura.
Fedeli scandalizzati dalla
pedofilia dei chierici. E che non
comprendono perché alle dure parole di
Benedetto XVI contro i colpevoli e la
mancata vigilanza delle autorità
ecclesiastiche, non sia seguita l’apertura
degli archivi vaticani per fare finalmente
luce su decenni di insabbiamenti. Fedeli che
si chiedono perché la Conferenza episcopale
italiana non abbia creato una propria
commissione d’inchiesta (come è avvenuto
altrove) e perché si rifiuti di nominare un
vescovo responsabile nazionale del dossier
pedofilia. Questo, mentre il Segretario di
Stato vaticano imbastiva di fronte alla
stampa un inaccettabile parallelo tra
omosessualità e pedofilia.
Marco Politi entra nel
merito di tutto questo e di tanto altro
ancora, offrendo un quadro dell’azione
politico-ecumenica dell’attuale capo della
Chiesa di Roma, Benedetto XVI. Un papa
animato dal sincero desiderio di fare
rivivere la fede, ma che chiuso alla
modernità, ripropone un modello di Chiesa
che rifiuta ogni riforma. E che ripropone i
propri modelli identitari
finanche nei rituali: dalla messa in latino,
alle preghiere conversioniste
per gli ebrei.
Maria Mantello